lunedì 30 maggio 2011

Mattina..

Vi è mai capitato di alzarvi la mattina con la voglio di mettere ordine nella vostra vita... e di riuscirvi!

domenica 29 maggio 2011

Cosa volete che vi dica?

Non è che ci sia molto da dire.
Sono le 21.00 e fuori dalla porta c'e' ancora luce.
Dentro...non saprei proprio cosa raccontarvi.
Reset.
CTRL - Alt- Canc.
Kill the process
Reboot
Take u time
Run
Start -Again

sabato 28 maggio 2011

Mondo semplice...


Osservare le città...
E domandarsi come l'uomo sia riuscito a fare tutto questo scempio.
In virtù di un progresso che avrebbe dovuto portarci a proliferare, siamo al punto di aver inquinato la stessa aria che respiriamo.
Senza sosta, travolti da un volano di percorsi che ci spingono in mille direzioni, sempre alla conquista di nuovi obbiettivi.
Tralasciando noi stessi...
Guardo le città. Mostri di ferro e cemento.
Una terra di mezzo conquistata da ambizioni e corruzione.

venerdì 27 maggio 2011

Ci sono tanti modi...

Non sempre si ha la forza di esercitare la difficile arte della pazienza.
Ma quando ci si riesce a fare largo tra le trame di queste menti attorcigliate, tutto appare limpido, nonostante la tempesta.
Umiltà e pazienza.
Due qualità rare a questo mondo.

giovedì 26 maggio 2011

Regole ed imposizioni..dall'alto

Credo che il termine Laico, si sposi in larga misura con il mio pensiero religioso.
Dodici apostoli, dodici costellazioni.
Antropoformizzare il sole.
Solstizi.
Ci nutriamo di natura e grazie ad essa prosperiamo.
La più grande blasfemia è proprio questa mancanza assoluta di considerazione per ciò che è più ovvio.
La natura e il suo divenire.

Dolore ...agli altri.

Mente locale...
Vorrei tanto poter comunicare con qualcuno e sapere.
Domandare del perchè il mio muoversi attraverso questo spazio sia causa di tanta sofferenza.

Tutto ciò che sfioro;
sfiorisce, muore o peggio...
nella migliore delle ipotesi prende ad agonizzare .

Sento il mio spirito dannato.
Soffro ogni dolore eppure non riesco ad oppormi a questo oscuro destino.

Vorrei avere un'anima ancora più fredda.
Nera e persa...per non curarmi della tempesta che il mio agire porta con se.
Ma non mi è dato questo privilegio.
Devo soffrire del mio stesso dolore, e penare assieme alle stesse anime gentili, che attratte da non so ben ancora quale inganno, finiscono flagellate dalle loro stesse lacrime.

Non voglio ferire nessuno...

Fuggite.
Bandite il mio nome.
Gettatemi nell'oblio, in quella solitudine che merito.

Eppure esisto...e il mio muoversi in questo tempo, pericolosamente non mi lascerà scamp
o, in questo dolore.

Fuggitemi lontano...
Dimenticate il mio volto e le mie parole.
Sarà un'alba migliore.



mercoledì 25 maggio 2011

Domani sempre più vicino...

I nostri nonni sono quasi tutti morti.
La memoria di un tempo in cui la guerra per noi era una dura realtà è dimenticato.
Acqua potabile dai rubinetti.
Corrente elettrica.
La possibilità di passeggiare all'aria aperta.
Ho tanto la sensazione che anche questo tempo stia per finire.
Il nostro di tempo.
E se esiste un monito divino, saremo noi stessi ad infliggere i colpi più duri.

venerdì 20 maggio 2011

Banche, e redditi...

ZEITGEIST La verità ci renderà liberi


Primo tra 14 spezzoni, questo filmato offre sicuramente curiosi spunti di riflessione...

Storia di Gesù...

Metto in seguito il primo collegamento per il filmato in versione integrale...

Comici che dicono cose vere, e persone serie che dicono cose che fanno ridere.

Referendum 2011 acqua

Non amo parlare di politica...ma in questo caso penso una menzione sia doverosa.

Brutta giornata...

La mente ci tortura, e il corpo ci abbandona.
Come abbiamo perso la strada per vivere serenamente?
Dove sono finite le cose semplici?
Siamo sempre più affamati...eppure obesi a furia di ingozzarci.

mercoledì 18 maggio 2011

Conversation...

Esistono molti modi per relazionarsi con il prossimo.
Il verbo è essenzialmente tutto.
In principio fu il verbo...l'inizio, seguì la creazione del mondo scibile...almeno così mi piace immaginare l'ordine delle cose.
Si vive immersi in un'infinità di suoni e rumori, un accavallarsi continuo di sonorità...un concertare di artisti a cui non sono in grado di dare un senso.
Eppure...
Noi spesso inconsapevoli autori del nostro agire...deteniamo il verbo dentro di noi, con il suo infinito potere.
Così in questi giorni ho voluto dire.
Sinceramente dire.
E sono stato capito.
Quale sia il mio futuro proprio non lo so neppure immaginare...ma ancora una volta varrà la pena vivere.


lunedì 16 maggio 2011

Basta ci sia un posto...

Si sceglie di essere ciò che si può, con fatica e dolore.
Alla ricerca di un senso, al quale i nostri passi dovrebbero tendere.
L'unica fine che vedo è in fondo a questo dannato pozzo...neppure un cazzo di appiglio per frenare la caduta.
Buon viaggio a tutti...ci si vede alla fine del viaggio.
Speriamo almeno ci sia il tempo di raccontarci come è andata.

domenica 15 maggio 2011

Belve e tenerezza...

Il primo pensiero davanti alla belva è la paura.
Ma non le si può sfuggire per sempre.
Cosa accade quando due belve si abbracciano in una stretta d'amore?
Posso le fiere esser capaci di amarsi lun l'altra?
Nel conflitto cosa rimarrà di loro?
...anche se devo ammettere a me stesso di non riuscire ad immaginare nulla di più affascinante che l'ignoto offerto dal domani...gli vado incontro, barcollando in questa nebbia che non vuole diradarsi.

Moralisti...

La ferocia dei moralisti è superata soltanto dalla loro profonda stupidità.
cit. Filippo turati

Porte dell'anima

Ci si aspetterebbe un mondo razionale, fatto di azioni e reazioni. Ove alle regole conseguano delle prospettive, esattamente come dallo scorrere rumoroso di cerchi di ferro su terra umida, ci si aspetterebbe una binario tracciato, una via inossidabile, un solco dal quale non divagare per chissà quale sciocca meta.
Eppure nonostante questa via, collaudata e sicura, la mente deraglia senza una ragione.
Smarrito cerco un perchè, una motivazione che mi indichi il nuovo sentiero.
... forsennato muovo i miei passi attorno a tutto ciò che ho, per cercare una mappa che quantomeno mi indichi il luogo, una bussola per orientarmi in questa palude, mi precipito cercare nei cassetti delle reazioni del passato...
nell'armadio dei ricordi di gioventù...
...nella bottega delle fantasie irrealizzate,
navigato persino a cercare nel sacco degli egoismi.
Ma nulla che mi riportasse una sola traccia di questa meravigliosa, bellissima e crudele follia.
Non ritrovo la mia ragione...Annaspo nel mio affogare alla ricerca di un appiglio nei ragionamenti equilibrati, schematici e ripetitivi, a cui assurgono a significare i mille riti delle nostre stesse insicurezze.
Ancora, mentre la mia mente affonda e i miei occhi rimangono sbarrati ad osservare questo delirio, si affacciano altre domande, come a voler aggiungere calci sulla testa e piombo nelle tasche.
Esiste davvero una ragione a tutto?
Un modo per spiegare ciò che non riesco a comprendere?
Come può questa follia esistere?
Da cosa trae nutrimento?
Come è possibile difendersi?
... rimane in questo indefinibile tormento, la voglia di prendere quel silenzioso pallone aerostatico, e volare lontano, staccando i piedi da un destino che ancora una volta non mi è dato di comprendere.

sabato 14 maggio 2011

Draghi e mostri

Ognuno di noi penso abbia dentro di se, creature sopite.
Mostri che con il tempo si riescono a domare...o almeno a nascondere...ma che in una maniera o nell'altra finiscono per dover esser affrontate.
A volte non è troppo tardi...

giovedì 12 maggio 2011

Domande,ed una buona dose di spirito...

Si riparte...tra poco.
Vi capita mai di chiedervi che cazzo ci fate in un determinato posto?
Come siete riusciti ad incasinare tanto le cose?
Credo sia una sorta di abilità innata, quella di ficcarsi in situazioni complicate.
Penso ci sia una relazione inversamente proporzionale con le ore di sonno...

Pensiero positivo.























Siamo vittime delle nostre menti.
Corpo, spirito, trascendenza, restano i frutti di uno stesso albero...la ragione.
Anche ciò che ci appare irrazionale o insensato, trova le sue radici nella terra delle esperienze, delle paure raccolte e mai estirpate.
La ragione nel suo evolversi, muta a difesa di se stessa, gettando sbarre alle finestre che oltre a difenderci da ciò che potrebbe arrivare da fuori, ci rinchiude inevitabilmente dentro.
Ove il nostro vivere, rimane confinato in se stesso. Prigioniero delle proprie paure. Ove la regola rimane la combinazione per aprire i lucchetti che ci separano dell'essere felici.
Eppure nonostante tutto questo, che sento vivo dentro me, trovo meraviglia e gioia nei doni che tutti i giorni la vita offre, in questo mondo che capisco sempre meno, in questo corpo che percepisco come sempre meno mio. Eppure rinsaldo la mia fede in questa mente le cui capacità mi appaino illimitate nella nullità del mio comprendere.

Ralph Supermaxierrore


A volte ce la si mette tutta...ma non sempre è abbastanza.
Anche quando hai la fortuna che qualche cosa ti si vada a conficcare dritta al cuore,... ma hai bisogno di tempo per sistemare le cose e vedere quanto tempo ci impiegherai a morire, ancora una volta.

mercoledì 11 maggio 2011

Fato..

Fato...
Quando cerchi di sfuggirgli...te lo trovi davanti alla porta di casa.

martedì 10 maggio 2011

Tu sei speciale!

L'immagine recita:

Chi è eccezionale?

Tu lo sei!

Ogniuno di noi, nelle proprie stranezze, assurdità, contraddizioni, follie è speciale, ma non solo, anche nelle banalità più cafchiane si rimane unici e speciali.

Frutto di un vissuto che per quanto semplice, è sempre passato e merita di esser ascoltato.

Dovremmo pretendere sempre il meglio per noi stessi, dove il meglio è in tutto ciò che ci circonda, a volte devo ricordarlo a me stesso, perchè trovarlo, richiede una ricerca, tanto impegno e voglia di amare...se stessi e gli altri.

lunedì 9 maggio 2011

Mettere ordine..nei pensieri

Sono decenni che accumulo roba su roba.

Scatoloni ammassati nella memoria.

Oggi mi ritrovo a volerli aprire tutti...prima che sia tardi per godere del ricordo di nomi e volti oramai dimenticati.

E magari, rammentando il passato, avere un'idea più precisa del mio percorso futuro.

sabato 7 maggio 2011

Autostrada...Puttana assassina

Quante anime hai strappato ai loro cari?
Irretisci con le tue suadenti curve morbide, invogliano ad osare di più.
Offri alcolici, sesso, e panorami mozzafiato...
Ma come una mantide Gelosa, di tanto in tanto esigi il tuo pegno di sangue.
Quante anime hai strappato a giovani che ancora dovevano sognare una vita?
Fiamme...
Sangue...
Sirene spiegate...
Poi il silenzio.

venerdì 6 maggio 2011

Dandy, posso dire di conoscerne almeno uno...vivo


La figura del dandy è una delle più fraintese della storia del costume. La sua identità viene convenzionalmente individuata, dalla vulgata massmediale, nelle forme di un'indefinita eccentricità, di una vaga stravaganza. In tal senso, il libro di Giuseppe Scaraffia è primariamente utile a chi vuole mettere a fuoco le generalità di uno stile di vita e di un modello di comportamento ben definiti e quasi irrimediabilmente scomparsi. Il dandy ha vissuto il suo momento di massimo fulgore e oscurità nel Novecento. E' stata una delle "figure del Novecento". L'identificazione del dandy novecentesco, distinto dal languido e prezioso esteta dell'Ottocento, e la certificazione del suo declino, iniziato negli anni Quaranta con il crollo delle élite aristocratiche e completato dal pro***** di omologazione operato dai media, sono le fondamentali premesse di una divertita e rigorosa indagine sull'esistenza di un mito disperso.

La squisita maschera del dandy viene svelata, con estro enciclopedico, attraverso la sapiente tessitura dei gusti, delle passioni, delle manie e delle inclinazioni di alcuni grandi protagonisti - perlopiù letterari, spesso francesi - del secolo scorso: Paul Morand, Drieu La Rochelle, Gabriele D'Annunzio, Jean Cocteau, Francis Scott Fitzgerald, Vladimir Majakovskij, Curzio Malaparte, Roger Nimier, Jacques Rigaut e molti altri. Perfezionista e solitario, assoluto individualista, asceta impeccabile e raffinato, il dandy persegue l'intento di "trasformare se stesso in opera d'arte" e "lo stile che si manifesta in ogni suo gesto è quello che resta della morale smarrita della modernità". La sua eleganza, austera e voluttuosa, "ricercata fino alla naturalezza, è l'insegna, continuamente rinnovata, di una maestà incognita, il vellutato memento di una grandezza segreta", e la sua immutabile disinvoltura è "il distillato di un disagio che nulla può mitigare".

Refrattario alle seduzioni del potere, sempre in cerca di nemici, fatalmente attratto dalle cause perse, "il dandy cerca invano nel volto dei vinti un'eco delle virtù che ama: il distacco da ogni interesse, l'ebbrezza di essere in minoranza, il gusto dell'azzardo e del gioco sempre più stretto con la morte". Il suo luttuoso e spavaldo edonismo è l'espressione di "chi sa che le gioie della vita valgono quanto il suo estinguersi". Scaraffia ridona alla figura del dandy la sua nobiltà e la sua profondità, e stende allo stesso tempo, indirettamente, un manifesto contro la volgarità, alla ricerca della bellezza perduta. Rintraccia una maschera, magnificamente inattuale, scolpita in un tempo e in uno spazio impossibili, e la fa affacciare, opportunamente nascosta, sul palcoscenico invisibile del nostro presente: inelegante, chiassoso e omologato. Offre, implicitamente, un antidoto contro gli assalti dell'imperante trivialità. E lo fa con spirito ludico, assistito da un'ironia vigile; ben consapevole, come Pierre Drieu La Rochelle, che ogni ritirata dalla modernità si rivela inattuabile, benché audace e affascinante.


E' importante marcare bene i confini che esistono tra lo snob e il dandy. Il primo è, come dice la parola, un falso aristocratico, un sine nobilitate (di cui la parola snob è l'accorciamento). Il termine entrò nel vocabolario comune all'inizio dell'Ottocento, in Inghilterra, volto a designare i giovani rampolli studenti delle famiglie borghesi benestanti.
Lo snob è un opportunista privo di consapevolezza individuale, desideroso di ascendere la scala sociale spacciando ruolo, rango e competenze al di sopra delle proprie limitate prerogative. Lo snob è un arrampicatore sociale, che disprezza i suoi simili credendo così di elevarsi ad un rango superiore. Si fa scimmia dei potenti, confida nel progresso e nella politica, diventa, per autoingannarsi, manichino indossante abiti all'ultima moda; al contrario del dandy, lo snob veste ciò che è nuovo, sia brutto o no - dato che ha i gusti personali congelati dal trendy-, mentre il dandy preferisce conciliare la bellezza con la moda, creando quel giusto miscuglio di originalità e classico che ritiene necessario per non sforare nell'eccentricità o nello stupido trendy dello snob della domenica.
Il dandy seduce e adora 'far piaceri'; lo snob 'non guarda in faccia nessuno'. Lo snob è cugino primo di quel borghese puritano contro cui Baudelaire e compagni si schieravano; oggi il borghese è in decadenza, o, a seconda dei punti di vista, si è evoluto nello snob, una sanguisuga che serve il potere e, appena ne ha l'occasione, maltratta i più deboli.
E, quando lo ritiene necessario, tenta di imitare il dandy, ma inutilmente. Crede di assomigliargli ostentando freddezza e distanza, mostrandosi superiore come la donna-sfinge di Wilde: enigmatica ma assolutamente priva di segreti. Ma il dandy, nonostante tutti gli sforzi dello snob per somigliargli, è al di sopra di lui e al di sopra di quelli davanti ai quali lo snob si umilia sperando, un giorno, di sostituirli. Il dandy vive sempre nel passato e, a volte, nel futuro; lo snob si arrabatta nel presente.

Perchè no?...

Da piccini si fanno e dicono tante cose.
Molte delle quali le perdiamo con il crescere...se di crescita si può parlare.
Mi fa sorridere pensare all'ironia racchiusa nella domanda: Perchè no?
Chissà quante volte posi questa domanda al mio ignaro interlocutore...
Ed oggi come allora mi ritrovo bambino nel dubbio, e ingenuamente pongo a me la stessa domanda.
Perchè no?
Dove risiede il limite...quale è il confine.
Forse dovrei smetterla di dire di no.
E cercare di prendere le cose così come vengono...
E godermi lo spettacolo.
Finalmente consapevole spettatore di ciò che accade!
Vale la pena tentare...io mi illudo di pensare.

giovedì 5 maggio 2011

Pellicole in bianco e nero e una comicità che non fa più ridere

Uomo di sabbia...

Polvere siamo e polvere ritorneremo...Così recitano le sacre scritture.
Ogni tanto riesco quasi a percepire questo lento disgregarsi dentro di me. Inesorabile, assoluto, definitivo.
Ambiamo a contenere noi stessi, quando siamo solo polvere gettata su questa terra, le cui azioni non potranno mutare nulla se non la nostra stessa inutile esistenza.
Quando l'unico profitto in tutto questo agire insulso, appare sensato nella propria discendenza. Ove gli occhi dei padri si sdoppiano in quelli dei figli.

mercoledì 4 maggio 2011

Risposte...

Non c'e' bisogno di fare domande quando si conoscono già le risposte.

Devo cercare di tenerlo a mente...

Guardarsi dentro...

Domande...
Come sarebbe tutto più semplice poter vivere senza porsene alcuna.
Ma non credo sia possibile, almeno non per un lungo lasso di tempo.
Forse sono ossessionato dal vivere, al punto tale da traguardare sempre troppo lontano, quando mi basterebbe vivere serenamente il presente.

martedì 3 maggio 2011

Film...a volte meritano d'esser guardati

Telefono...e tutto diviene complicato

L'uomo è frutto della sua evoluzione.
Gran parte della comunicazione avviene attraverso messaggi non verbali...la parola, spesso diviene superflua.
Oggi...il nostro maggior sistema di comunicazione è attraverso l'etere!
Si conversa amabilmente con pezzi di plastica, gesticolando e assumendo espressioni inutili...e dall'altra parte giunge solo ciò che l'altro è in grado di comprendere, attraverso i filtri della propria vita e le proprie sensazioni del momento.
Equivoci su equivoci, sempre più in contatto con tutti...eppure sempre più soli.
Parlare purtroppo non basta.
Allora ci confondiamo la mente con pornografia, esasperando il contatto fisico, alla ricerca di una comunione che non può arrivare da fuori, ma solamente da dentro.
Isolati nel nostro vuoto, urliamo dal profondo della grotta, in cerca di comprensione, ognuno a modo proprio.
Chi ha toccato il fondo, rinuncia anche alla pornografia e si rifugia in altro, sempre più in fondo, dove le convinzioni assumo posizioni inossidabili, pericolosamente indiscutibili, nella loro funzione di ancora di salvezza in questa deriva della solitudine.
Equilibrio.
Giusto mezzo.
Misura.
Riflettendo, immagino la giusta via, nelle radici della nostra natura, in quegli istinti primordiali che ci hanno permesso di crescere su questa terra.



lunedì 2 maggio 2011

Baia dei porci...

Puritanesimo: l'ossessionante paura delle masse che qualcuno da qualche parte possa essere felice.

Mi trovo in quella fase della vita in cui se una ragazza mi dice "No, vede io le sono profondamente grata, la ammiro tanto, la rispetto come genio...”
Ed io vorrei rispondere che preferire esser considerato solo come testa di cazzo

L'ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili. Il pessimista sa che è vero. (O.W.)

Non so niente e non chiedetemi niente, ma se vorrete parlare di niente allora vi dirò la verità e potremo parlare per ore di niente

E' già un casino sopravvivere sino alla morte...

Omaggio ad un Dandy

Sapienza morbida...

Leggere.
L'immensità nel desiderio di dare un senso alla propria esistenza, incidendo parole su fogli di carta.
Sassolini bianchi che ci rammentano la via.
Cerco di non guardare troppo al passato, e neppure troppo al futuro.
Anche se mio malgrado il futuro mi investe continuamente, con la velocità del suo incedere.

domenica 1 maggio 2011

I limiti del conoscere

Il sapere è limitato.
Eppure per quanto si possa ambire ad apprendere, il sapere ci sfugge, spesso attraverso incomprensibili parole dettate da altrettante ambizioni.
Immaginare, affondare lo sguardo in quell'oceano blu, sconfinato, insondabile, delle nostre fantasie.
Abbandonarsi sereni, in quella corrente calda avvolgente dei pensieri che tutto possono, portandoci in mondi sconfinati, danandoci di tanto in tanto qualche meraviglia da trasportare ed annoverare tra le conoscenze di questo mondo.

domenica 24 aprile 2011

Il mondo che vorrei

Vorrei, un mondo in cui:
La gente parlasse sempre sottovoce.
Dove si saluta sempre con un sorriso e si dedica la massima attenzione al prossimo.
Dove la vita diviene una competizione alla solidarietà.
Un luogo in cui il denaro non serve, e chi ne ha lo distribuisce a tutti, solo per la gioia di donare.
Un posto dove ognuno si da da fare in ciò che più gli piace ed è felice di farlo.
Dove si può cambiare senza aver paura di ciò che verrà dopo, perchè il dopo è sempre una cosa esaltante.
Dove fare l'amore sia sempre bellissimo e privo di complicazioni.
Un posto dove sin da piccoli si impara che la felicità è nell'accontentarsi, non nel volere sempre di più.
Un luogo dove il premio è nel sapere non nell'avere.
Un luogo dove gli animali non vengono mangiati per festeggiare.
Dove i bimbi possano essere solo gioia per la vita e non strumenti per affari.
Un mondo dove non esista la disillusione e tutti si possa amare.
Un posto dove Dio cammini tra la gente, e si possa andare a trovarlo per scambiarci quattro chiacchere.

giovedì 21 aprile 2011

Pessimismo e fastidio...ma non solo

Vengo spesso indicato nelle migliori delle ipotesi come pessimista cronico.
Forse un pochino cinico, se cinico vuol dire guardare il mondo senza troppe illusioni.
Anche se devo confessare che mi trovo a ridere alla vita più di quanto non credevo fosse possibile.
Sarà che sta scorrendo sotto i miei piedi e man mano che si perdono i giorni, tutto appare più prezioso.
Parole, sensazioni, profumi...tutto cambia, in una continua evoluzione. Il mondo cambia e noi ci siamo sopra e lo stiamo vivendo, ognuno a modo proprio, ma siamo tutti noi protagonisti di questa vita, di questo tempo.

martedì 19 aprile 2011

Provocanti abbracci

Geometriche forme che disegnano le oniriche pulsione dei sensi.
Il potere della mente sul corpo.

Quando basterebbe riuscire a guardare le cose come semplicemente sono, per riportare tutto alla giusta misura.

Se Capisci una cosa nella sua interezza puoi capire ogni cosa. (Shunryu Suzuki).

Così vittime di noi stessi, ci perdiamo all'interno di stretti confini, dettati dalla ragione spesso di altri.

Potere alle parole che dominano il mondo.

Quando al denaro è dato il compito di decretare sentenza di morte.

Mi trovo a riflettere sull'ironia di questo progresso, in cui spendiamo risorse inimmaginabili per alimentare loro stesse.

Quando basterebbe imparare dai chi prima di noi non necessitava del viaggio per conoscere la vita, ma imparava dal germoglio il senso delle cose, e trovava in esso la volontà di progredire.

Ora veloci ci si meraviglia delle fiamme che incendiano la vita.

Ed in un abbraccio risiede lo sconosciuto ammontare di un pegno il cui valore mi è ignoto.

Ma morbido e sereno gli occhi della mente volano al ricordo.
Sereno e caldo momento di intima comprensione.

Dove le pulsioni del corpo non spaventano troppo il dominio della mente.
Dove la mente non riesce completamente a dominare il corpo.
Sacro equilibrio tra il divenire e l'essere.

venerdì 15 aprile 2011

Soli e stelle...

Sole.
Dall'etimologia greca, lo splendore in ambito letterario e poetico.
L'elevazione dell'essere umano dalle quotidiane miserie.
Mi sento ancorato a terra da futili necessità.
La clessidra con il suo incedere, pone uno sull'altro i granelli della mia esistenza, soffocandomi sotto il peso di me stesso.
Raggomitolato in un non esistere, in bilico tra:
l'essere e il divenire.
Il cogliere e il seminare.
Il morale e l'immorale.
Il sapere e l'ignorare.
Formica tra le formiche, mi muovo senza una guida, in una vita che meravigliosamente mi scorre davanti agli occhi, come fossi su di una carrozza del treno i cui paesaggi cambiano in continuazione, in un susseguirsi di fotogrammi colorati e luci.
Poi la vacanza finisce...
anche l'eclissi finisce
e persino gli Albatros sono costretti alla resa e tornano a camminare goffi sulla terra.
L'uomo riprende il suo atroce progredire nel perpetrare sorridendo, l'omicidio tra creature viventi e consimili.
Ignorando tutto ciò che direttamente non lo coinvolge.
Amiamo gli animali,... si sente dire,
poi cresciamo creature solo per il gusto di assaporarne dopo l'ennesimo inganno ed omicidio, le carni.
Non per necessità, ma per vizio, ci vestiamo di cadaveri e ci vantiamo del valore di quelle vite strappate per vanità.
Mi nutro di carne, non ne vado fiero, riconosco la mia crudeltà.
Miserevole tra le creature, blasfemo solo per la sua esistenza, l'uomo avanza con il proprio libero arbitrio verso l'ennesima estinzione.
Sicuramente non senza lasciare traccia della propria arroganza in questo tempo.

martedì 12 aprile 2011

Esistenza e le sue complicazioni.

Si apprezzano le cose, nell'istante in cui ci si rende conto di averle perdute.
Un concetto applicabile credo a qualsiasi campo dell'esistenza.
La semplicità è rendere comprensibili concetti articolati ed ermetici.
Già...Ermete, mito e leggenda, di un singolo uomo il cui pensiero ancora oggi scolpisce la pietra grezza.
Osservo il mondo dal mio tombino, sempre più consapevole della mia nullità.
Non mi è dato di comprende nulla, che non sia sfiorare la forma, senza riuscire ad affondare nella sostanza.
Come un otturatore di una macchina fotografica aperto nella notte, i fari delle auto, lasciano strisce rosse sulla pellicola, così lo scorrere del tempo, segna indelebilmente il mio agire, ma tutti i volti di quelle auto mi sfuggono e si fondono gli uni su gli altri e mi perdo nel cercare di comprendere cosa sia giusto e sbagliato, in un eterno rincorrere ciò che credo di essere...perdendo magari qualche cosa di unico, semplicemente legato all'attimo di esistere.

martedì 5 aprile 2011

Angelo caduto...

Cosa potrebbe accadere se un demone abbracciasse un angelo?
Quali sarebbero le loro conversazioni?
Le passioni?
Il basso ventre come moneta di scambio per la ragione?! Oppure un semplice appannaggio ad affrontare il salto nel vuoto.
A cosa servono le ali ad un demone, se non ci sono cieli da solcare.
La fede in una resurrezione mi fa sorridere. Eppure chi crede nonostante tutto quello che ci circonda, mi spaventa.
Uomini persi nella loro follia quotidiana, estenuante lotta al vivere.
Se qualcuno sta contando le anime corrotte...ho come la sensazione che la squadra dei bianchi stia perdendo.
Un progetto andato male?
Eppure una ragion d'essere deve esistere, tutto non può arrestarsi alla ragion d'avere.

domenica 20 marzo 2011

Le Luci del teatro.

Indossiamo la nostra maschera preferita ed interpretiamo il nostro personaggio.
Al contrario della vita il palcoscenico si anima allo spegnersi delle luci.
O forse come nella vita la sostanza appare al tramonto dell'esistenza, beffarda la vita ci dona l'assaggio della sublime esistenza solamente quando il tempo è finito.
Prigionieri di noi stessi, cerchiamo la chiave delle stesse catene che ci siamo imposti.
E una volta liberi, cerchiamo disperatamente di rientrare nelle nostre stesse prigioni, rimbalzando da un vizio all'altro senza ragione.

venerdì 11 marzo 2011

Salviamoci...perchè?


Riprogettare l'esistenza.
Progetti.
Pianificazioni, tutte valide idee per affrontare l'incertezza dei giorni a venire.
Il dialogo come strumento per presentare noi stessi, serenamente noi.
Poi la fatalità, indotta da un'esistenza di ricerca, scioglie i matafioni per prendere il largo, ancora una volta in quel ciel sereno che tutto offre forchè certezza.

giovedì 3 marzo 2011

Partenze e..




Partenze...non finiscono mai.
C'e' sempre una buona ragione per partire, il punto di domanda è se partire è davvero il viaggio che si vuole intraprendere.
Restare può essere di gran lunga più avventuroso.
Andare può anche portare a lasciare qualche cosa indietro...
Non andare, lascia il rimpianto.
Restare il rimorso.
Un viaggio, la vita.
Dove chi va, lascia sempre qualche cosa agli altri e perde per se stesso.
Spesso a noi rimangono le orme percorse da altri, resta a noi il compito di sfruttare quei passi per allungare il percorso.

sabato 19 febbraio 2011

Tributo Di Benigni all'Italia

Mattina presto.


Svegliarsi e trovarsi abbracciati dal sole, dopo la pioggia, dona davvero una piacevole sensazione.
Lo sguardo riesce ad andare lontano sino a sfiorare l'orizzonte.
Ci si stringe a se, l'aria è ancora vittima dell'oscurità, ma si percepisce la vita che in essa rapidamente prende forma.
Il peso di ciò che è stato lascia il posto all'ottimismo di ciò che sarà.
Un sospiro a pieni polmoni e un sorriso sul volto, testimoniano la gioia, spesso dimenticata, nell'apprezzare le fortune che si hanno.
Basta uno sguardo veloce a ciò che sta dietro alla porta, per ricordarsi immediatamente quali siano i veri dolori dell'esistenza, ai quali nessuno può realmente sottrarsi.
Ma oggi è una giornata di sole, e splende per tutti...almeno innanzi ai miei occhi.

Credere in qualche cosa di puro.

Vorrei saper credere in qualche cosa di puro.
Immacolato e semplice.
Credere in qualche cosa che nonostante il tempo, possa immutare nella sua limpidezza.
Mi sento fragile nelle mille perturbazioni dell'animo umano.
Imperi di uomini caduti sotto le inguirie delle passioni, dell'inganno fatto a loro stessi nell'ipocrisia del loro tempo.
Uomini soli, in cerca di un sentiero da percorrere.
Cerco il filo di arianna nei miei pensieri, alla ricerca delle dogmatiche e dei limiti, pronto a minare a suon di ragione.
Pur avando chiara la meta a volte il percorso appare irto di insidie.
Difficile accettare la caduta, e a volte il sapersi rialzare non basta.
Illusione di un tempo che non mi regala nessuno spazio, mi soffoca nel mio esistere.
Cerco la pace nel malestrom di un'esistenza a metà, in eterna attesa.
Prendo consapevolezza delle mie debolezze, soccombo ad esse, con la speranza di trovar la giusta misura.
Duro con me stesso, pretendo di poter volare quando le ali son quelle di un pollo.
Mediocre nell'esistere.
Osservo i miei stessi inganni. Probabili spettri di altre vite, di altri uomini, di altre famiglie.
Imparare a credere a qualche cosa che non sia destinata alla dissolvenza.
Imparare da un sorriso di affetto.
Vivere un sole senza ombre.
Ultimamente vorrei vivere di riflesso ed imparare da ciò che non sono ancora capace di essere.

domenica 13 febbraio 2011

Manifesto Hacker

Written on January 8, 1986
- The Mentor -

Manifesto Hacker

Ho letto i vostri giornali. Anche oggi avete pubblicato la solita notizia. "Ragazzo arrestato per crimine informatico"
"Hacker arrestato dopo essersi infiltrato in una banca" E infine oggi in cronaca:

"Pirata informatico sfugge alla cattura."
Dannati ragazzini. Sono tutti uguali.

Ma voi, con la vostra psicologia da due soldi e il vostro tecno-cervello da anni 50, avete mai guardato dietro agli occhi di un Hacker? Non vi siete mai chiesti cosa abbia fatto nascere la sua passione?

Quale forza lo abbia creato, cosa può averlo forgiato? Io sono un Hacker, entrate nel mio mondo, se potete.

Il mio è un mondo che inizia con la scuola... Sono più sveglio di molti altri ragazzi, quello che ci insegnano mi annoia.
Come quando leggi un romanzo a puntate, e ogni volta arrivi alla fine della puntata e capisci che neanche lì ti è stato detto quello che volevi sapere, e dovrai aspettare ancora chissà quanto prima della prossima lezione.

Dannato bambino. Non vuole andare a scuola. Sono tutti uguali.

Credo di essere alle medie. So che ho ascoltato l'insegnante spiegare per quindici volte come ridurre una frazione. L'ho capito, maledizione. La brutta ? Quale brutta ? Per una stupidaggine del genere ? No, professoressa Lazzarini, non ho la brutta. L'ho fatto a mente.

Dannato ragazzino. Probabilmente lo ha copiato. Sono tutti uguali.

Ma oggi ho fatto una scoperta. Tornato a casa, sul mio tavolo, ho trovato un computer. Me l'ha comprato il mio babbo. Grande babbo! Lui mi aspetta a casa e mi spiega un mucchio di cose, sempre. Mi legge brani dell' enciclopedia, mi mostra illustrazioni dei libri di scienze. E sorride quando la gente pensa che stia sprecando fiato, che io non lo ascolti o non lo capisca. Possiamo stare insieme solo poche ore, tu torni alle 5, io alle 9 sono a letto. Ma aspetto questo momento con gioia.

E oggi mi hai portato un computer. Aspetta un momento, questo è incredibile! Fa esattamente quello che voglio. Se commetto un errore, è perchè io ho sbagliato, non perchè io non gli piaccio... O perchè si senta minacciato da me... O perchè pensa che io sia un coglione... O perchè non gli piace insegnare e vorrebbe essere da un'altra parte...

Dannato bambino. Tutto quello che fa è giocare. Sono tutti uguali.

Ma tu no, vero ? Tu non me lo dicevi mai. Forse perchè le cose che sapevi (sapevi tutto; come diavolo facevi ?) non le avevi studiate a scuola, ma le avevi imparate da solo. Anche tu giocavi con le cose. Giocavi assieme a me, e mi insegnavi. Non avevi mai studiato il latino, ma sapevi perfettamente cosa vuol dire "ludendo docere", vero ? E poi un giorno non ti vidi più. Mia madre scomparve dalla mia vita, offuscata dal dolore. Cercavamo di sostenerci a vicenda, e per farlo ci allontanavamo. Rimasi solo.

Solo, in un mondo dove tutti i ragazzini sono uguali. Dannati ragazzini.

Poi successe una cosa... una porta si aprì per la mia mente... correndo attraverso le linee telefoniche, un impulso elettronico viaggiò attraverso una realtà parallela, una nuova frontiera inesplorata, un rifugio dagli incompetenti di ogni giorno. Una tastiera e un accoppiatore acustico come il carro che trasportava il pioniere. Una tastiera e un accoppiatore acustico per rinascere a una vita nuova nel mondo digitale. Morì il signor S.S., nacque Raistlin.

"Questo è...questo è il luogo a cui appartengo..." Io conosco tutti qui...non ci siamo mai incontrati, non abbiamo mai parlato faccia a faccia, non ho mai ascoltato le loro voci...però conosco tutti. Capisco tutti. Parlate un linguaggio che mi è noto. Provate un sentimento che mi è noto. Amici, fratelli, compagni.

Dannato studentello. Si è allacciato nuovamente alla linea telefonica. Sono tutti uguali.

Sapete una cosa? Ci potete scommettere il culoo che siamo tutti uguali! A scuola ci avete nutriti con cibo da bambini mentre avremmo desiderato una bistecca, ci avete dato pezzi di cibo già masticati e privi di sapore, invece di insegnarci quello che ci serviva per procurarcene di nuovi. Siamo stati di volta in volta ammansiti da sdolcinati, dominati da sadici o ignorati dagli indifferenti. I pochi che avevano qualcosa da insegnarci trovavano in noi volenterosi allievi, ma queste persone sono come gocce d'acqua nel deserto. Dove sei scomparso, babbo? Perchè?

Dannato ragazzino. Sempre a trafficare con quella trappola, e a consumare scatti. Sono tutti uguali. Guarda che bolletta.

Adesso questo è il nostro mondo... il mondo dell'elettrone e dello switch, la bellezza del baud. Noi eravamo pronti ad esso, ed è inutile che proviate a confonderci e chiamarlo vostro, ad appropriarvene, a ingozzarvi di cose che vi saranno indigeste. Guardatevi, usate il web come uno spot televisivo, per vendere mortadelle. Siete ridicoli. Noi siamo nati nel cibermondo, siamo suoi fratelli di sangue, abbiamo giurato i suoi patti, respirato i suoi ritmi, abbiamo succhiato i suoi impulsi al posto del latte che non ci avete dato, compreso le sue arti in luogo di quelle che non ci avete spiegato, appreso la sua morale in luogo di quella che ci avete insegnato a parole, infrangendola quando vi faceva comodo, con la scusa che noi siamo ragazzini, tutti uguali, non sappiamo come funziona il mondo.

E ora noi sappiamo vivere in esso, ci è più intimo di un fratello, noi vediamo le sue vere potenzialità. Se fosse per noi (se fosse per lui, anche: ha una sua personalità, un organismo quasi vivente, palpitante) esso non costerebbe nulla; ma purtroppo è alimentato solo da approfittatori ingordi. Ed è solo perchè ci rifiutiamo di assecondare la vostra smania di assimilarlo nella vostra mentalità capace soltanto di fare soldi da qualsiasi cosa (ringrazio tutte le divinità per avervi impedito di trovare un modo di fare soldi anche sull'aria, che nonostante tutto e con disgusto debbo continuare a condividere con voi) che voi ci chiamate criminali ?

Noi esploriamo...e ci chiamate criminali. Nel kernel di fortezze di silicio cerchiamo la verità che vorreste negarci, e ci chiamate criminali. Noi esistiamo, senza colore di pelle, nazionalità, credi religiosi, e ci chiamate criminali. Noi non ci tradiamo l'un l'altro (cosa che voi non credo potreste mai capire), e ci chiamate complici, rete di criminali. Ma sopratutto, noi cerchiamo conoscenza... ed è per questo, diciamoci la verità, che ci chiamate criminali. Vi dirò una cosa che vi spaventerà: non è la prima volta che mi succede. E so già che la vostra è una battaglia destinata alla sconfitta. Chi comprende il nemico, chi governa il suo cuore, vincerà cento battaglie senza subire sconfitta. Sun-Tzu,
"Ping-Fa", duemilaseicento anni fa. Noi abbiamo compreso il vostro nulla. Voi non potete nemmeno capire quello che proviamo.

Guardatevi. Avete paura di noi. Mobilitate risorse enormi per prenderci. Come re Dario a Gaugamela, trecentomila uomini, carri falcati, elefanti, contro i cinquantamila macedoni di Alessandro. Ma noi scommettiamo, come lui, sul fatto che più difese ammassate, meno le comprendete, meno siete in grado di usarle. Capiamo che, se cercate di fermarci con tutti i mezzi, vi stiamo facendo paura, e proprio per questo abbiamo già vinto il nostro duello con voi. Noi siamo come i ninja di Koga, come fantasmi che passano attraverso i muri che costruite. Ombre che si muovono nel ciberspazio, ignorando i regolamenti assurdi che vorreste dettare.

Costruite pure bombe atomiche, poi smantellatele e infilateci i rimasugli nei denti; finanziate pure le vostre immonde guerre, dipingendo le insegne dell'ONU sotto le bombe. Uccidete, ingannate e mentite, come fate da sempre, come fate sempre meglio, e cercate di farci credere che lo fate per il nostro bene; e cercate di convincerci che ammazzare sempre meglio è il progresso. Così arriviamo al paradosso che un uomo delle caverne se ammazzava un suo simile, si riteneva un assassino; la Nestlè uccide ogni anno qualche milione di bambini sudafricani con le sue polverine biancastre di origine ignota, e si ritiene una moderna multinazionale. Voi tenete il dito sul pulsante che potrebbe cancellare mille volte la terra, e vi ritenete saggi. E in tutto questo, ovviamente, i criminali da perseguire siamo noi.

Vi dirò una cosa, un messaggio antico, che vi recapito sfruttando questa tecnologia che conosco meglio di voi che la controllate (ma potete davvero controllarla ? Siete sicuri di possedere la saggezza antica che vi serve per farlo ?). Noi crediamo fermamente, come una fede, che la verità non possa essere oggetto di restrizioni legali. Se mettete fuorilegge la verità, allora saranno i fuorilegge ad avere la verità. E noi, infatti, siamo criminali. Ma il giorno in cui qualcuno di voi deciderà di tagliar fuori la gente dalle informazioni, indovina un po' chi sarà a combattere la battaglia per rendergliele? E indovina un po' chi vincerà quella battaglia? Intendiamoci, io non sono un eroe, e non ci tengo ad esserlo.

Eroe è chi incarna gli ideali della società. Ma finchè l'ideale sarà quello dell'ignoranza, dell'apparire contrapposto al sapere, io seguirò l'anti-ideale. Io resterò un antieroe, sono e resto soltanto un criminale. Il mio crimine è la mia curiosità. Il mio crimine è desiderare di sapere quello che voi non vorreste dire, desiderare di sapere tutto ciò che la mia natura di essere umano mi dà il pieno "e inalienabile diritto di conoscere". Lo avete scritto voi, una cinquantina di anni fa. Ma ve ne siete dimenticati, vero? Però non vi dimenticate di perseguire il mio crimine.

Vi racconterò una storia: la moglie dell'arcivescovo di Worcester, dopo aver ascoltato Darwin enunciare le sue teorie, esclamò "L'uomo discende dalla scimmia? Mio Dio! Speriamo che non sia vero... o per lo meno, che non si sappia in giro". Diciamo che la voce è circolata. Appena appena.Sappiate che di quello che state facendo, nulla resterà nascosto. La verità sarà sempre rivelata.

Questo è, e sarà, il mio compito, il nostro compito, negli anni a venire.

Questo è stato il mio compito, in lunghi secoli passati. Io sono mortale, ma la lotta per la verità è eterna. Io sono la sua incarnazione qui, e oggi. Io sono un Hacker, e questo è il mio manifesto. Potete anche fermare me (potete provarci, almeno), ma non potete fermarci tutti... dopo tutto, siamo tutti uguali, no?