mercoledì 18 gennaio 2017

Il dolore della crisalide...

Sin da piccolo ci rappresentano la mutazione, come una condizione naturale.
Un divenire significativo nel quale nulla è mai la stesso due volte.
Una delle massime espressioni del cambiamento nel mio immaginario è la farfalla.
Ironia dell'evoluzione, questo delicato essere trascende la propria condizione di bruco per divenire leggiadra farfalla, attraverso uno stadio d'esistenza chiamato crisalide.
Mi sovviene un pensiero balzano,  nel quale provo ad umanizzare l'evento, domandandomi:
E se avesse coscienza di se il bruco, cosa gli accadrebbe?
Quali sarebbero le sensazioni?
La terra ci rassicura con la sua solida presenza, stabile ed immota, per quel che ci è dato percepire, cosa può pensare un bruco che perda la possibilità di strisciare e invece acquisire la capacità sublime del volo?.
Forse non è così difficile immaginarlo, dopotutto.
Immaginiamo il volo come una liberazione dalle cose terrene, un simbolo di libertà!
Quante volte restiamo volontariamente aggrappati alle catene del nostro dovere?
Tutti noi, nessuno escluso, potrebbe scivolare via da quest'esistenza e reinventarsi in un attimo appena.
Eppure...restiamo i peggiori bugiardi per noi stessi, adducendo alibi e scuse, nei lamenti del divenire.
Allora,  rimane da solamente supporre che il bruco, provi infiniti tormenti, e che la stessa farfalla, nel suo vagare, non sia di spensierata leggiadria, ma un tormentato volo per ricercare la vita perduta.
Ora, molti di noi, alcuni più di altri, hanno vissuto in se, la condizione di crisalide, nella trasformazione da bambino ad adulto.
Transizione nella quella tutto è amplificato, potente, forte e devastante.
Il trapasso, non è mai indolore, ci muta profondamente nell'animo e ci cambia.
Un cambiamento tanto radicale da indurre molti a ricercare la fanciullezza perduta.

domenica 15 gennaio 2017

Ne me quitte pas....

Ne me quitte pas

 
Ne me quitte pas.
Il faut oublier,
Tout peut s’oublier,
Qui s’enfuit déjà.
Oublier le temps
Des malentendus
Et le temps perdu
À savoir comment.
Oublier ces heures
Qui tuaient parfois
À coups de pourquoi
Le cœur du bonheur.
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas.
 
Moi, je t’offrirai
Des perles de pluie
Venues de pays
Où il ne pleut pas.
Je creuserai la terre
Jusqu’après ma mort
Pour couvrir ton corps
D’or et de lumière.
Je ferai un domaine
Où l’amour sera roi,
Où l’amour sera loi,
Où tu seras reine.
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas.
 
Ne me quitte pas.
Je t’inventerai
Des mots insensés
Que tu comprendras.
Je te parlerai
De ces amants-là
Qui ont vu deux fois
Leurs cœurs s’embraser.
Je te raconterai
L’histoire de ce roi
Mort de n’avoir pas
Pu te rencontrer.
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas.
 
On a vu souvent
Rejaillir le feu
De l’ancien volcan
Qu’on croyait trop vieux.
Il est, paraît-il,
Des terres brûlées
Donnant plus de blé
Qu’un meilleur avril.
Et quand vient le soir,
Pour qu’un ciel flamboie,
Le rouge et le noir
Ne s’épousent-ils pas ?
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas.
 
Ne me quitte pas.
Je ne vais plus pleurer,
Je ne vais plus parler.
Je me cacherai là
À te regarder,
Danser et sourire
Et à t’écouter
Chanter et puis rire.
Laisse-moi devenir
L’ombre de ton ombre,
L’ombre de ta main,
L’ombre de ton chien.
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas,
Ne me quitte pas.

Traduzione 

Non mi lasciare

Versioni: #1#2
Bisogna dimenticare
Tutto puo' esser dimenticato
Che gia' fugge
Dimenticare il tempo
Dei malintesi
Ed il tempo perso
A saper come
Dimenticare queste ore
Che a volte uccidevano
A colpi di perche'
Il cuore della felicita'
 
Non mi lasciare x 4
 
Io ti regalero'
Delle perle di pioggia (fatte di pioggia)
Provenienti da paesi
Dove non piove
Scavero' la terra
Fin dopo la mia morte
Per coprire il tuo corpo
D'oro e di luce
Faro' una proprietà
Dove l'amore sara' re
Dove l'amore sara' legge
Dove sarai regina
 
Non mi lasciare x 5
 
T'inventero'
Delle parole insensate
Che capirai
Ti parlero'
Di questi amanti
Che hanno visto due volte
I loro cuori incendiarsi
Ti racontero'
La storia di questo re
Morto di non aver
Potuto incontrarti
 
Non lasciarmi x 4
 
Si è spesso visto
Schizzare il fuoco
Dell'antico volcano
Che si credeva troppo vecchio
Appare che ci sono
Delle terre bruciate
Dando più grano
Che il miglior (dei mesi di) aprile
E quando viene sera
Per ch' un cielo arda
Il rosso ed il nero
Non si sposano?
 
Non mi lasciare x 5
 
Non piangero' più
Non parlero' più
Mi nascondero' li
Guardandoti (a guardarti)
Ballare e sorridere
E ascoltandoti (ad ascoltarti)
Cantare e poi ridere
Lasciami diventare
L'ombra della tua ombra
L'ombra della tua mano
L'ombra del tuo cane
 
Non mi lasciare x 4

Nera insonnia...

Vi capita mai di non riuscire a prendere sonno?
A me continuamente.
Esausto da una giornata di affanni e tribolazioni, eppure non appena la testa poggia sul cuscino, il mondo dei ricordi prende a gironzolare come una vecchia giostra davanti agli occhi.
A volte mi chiedo se le idee raccolte del mattino, non siano invece il frutto di un meticoloso elaborato inconscio della notte.
E di dormire, se ne scrive, ma di abbracciare il morbido ed avvolgente Morfeo neppure l'idea.
Quali siano i pensieri?
Molteplici e diffusi, così polverizzati nella memoria da riuscirne a malapena a seguire il filo.
Eppure...
chissà per qual ragione, al risveglio, il vissuto onirico, lo si veste come un abito mal indossato.
Gli occhi raccontano agli astanti il mancato quanto caritatevole riposo.
Non che me ne curi, normalmente le comparse di questa esistenza risultano esser sempre prese da mete così lontane da risultare impossibili per una vita sola.
Vivendo come se dovessimo farlo per sempre, ci avvicendiamo verso la nostra non esistenza.
Imbottigliati nel nostro dovere.
Intrappolati in un non vivere collettivo.
Imprigionati nella matrice del nostro tempo.
Trovare il coraggio e la forza per spezzare le catene dell'ignoranza ed immaginare un mondo nuovo.
Un nuovo modo di concepire la vita.
Passeranno altri anni.
Molti, forse, verranno dopo di noi.
E a loro, lascio queste parole frutto del mio tempo.
Consapevolmente perso nel mio futile non divenire.

giovedì 12 gennaio 2017

Cedere alla seduzione...

La testa è una scatola nella quale le idee rimangono imprigionate.
E' difficile porsi nella condizione di esprimere il proprio pensiero in maniera che gli interlocutori possano tollerabilmente comprendere.

Viviamo permeati dai sensi.
Anestetizzati da una vita sovreccitata di emozioni...affamati ingurgitiamo sino a svanire nei nostri stessi bisogni.

Il nostro corpo ci ricorda la nostra umana e finita condizione.
Come barattoli con la data di scadenza sullo scaffale dell'esistenza.
 

mercoledì 4 gennaio 2017

Scrivere di se...

Scrivo sempre meno...
Mi dedico sempre meno spazio.
Concentrato su cose che ben mi accorgo scivolare via, come fuochi d'artificio in una sera estiva.
Ogni giorno torno a posare lo sguardo sulla mia pelle,
Percepisco ancora le carezze del vento sul volto nonostante
Il gelo che attanaglia le mani ed un cuore che pulsa meno deciso di un tempo.
Eppure la mente continua a brillare, se foraggiata di emozioni, libri, intelletto, confrontata con la vivacità intellettuale di molti, panorami, viaggi, la vita stessa.
E questo mi fa godere ogni singolo istante, avido di altre sensazioni, mai pago.
Parlo di Me adesso, in questo istante, perché domani, sarà andato un altro oggi, e le emozioni saranno altre, e i miei occhi vedranno un mondo al caleidoscopio, ricco di altri nuovi colori.



martedì 3 gennaio 2017

Insoliti eventi...

Sorprendersi ancora e ancora...
Ogni giorno,
eventi accaduti e persi nel tempo che tornano come frangenti di marosi agitati.
Dolori, malattia nulla possono contro il librare del libero pensiero.
Divincolato dalle convenzioni.
Dal sancito altrui dovere.
Giocare con la comprensione, come una lontra con il suo truciolo di bastone.
Sorridere agli eventi e godersi il traghettarsi nel tempo.
Inseparabilmente passeggeri di una di queste esistenze.