Quando mi ritrovo a rileggere ciò che scrivo mi prende lo sconforto.
Parole banali...il frutto marcescente di una pianta fortunatamente sterile e in via d'estinzione.
I crepuscolari al prezzo della loro breve esistenza ci hanno tramandato nelle loro poesie il senso dell'incompiuto.
Il non fare mai abbastanza, il non esser mai pronti...il non aver concluso a sufficienza.
Parlo con la gente, e mi sento gli sguardi addosso di chi pensa io abbia vissuto...solo perchè ho cambiato.
Vivo indietro di mille passi i sentieri di uomini che hanno fallito.
Mai giunti, eternamente nel percorrere un passo dopo l'altro, con negli occhi una meta, sempre diversa, sfolgorante e luminosa.
Consapevole, forse di inseguire anche oggi un'idea.
Deluso da me stesso, ripercorro sincero gli errori, non che questo mi dia conforto, ma almeno porto gli occhi della mente su un sentiero conosciuto.
non c'è nessuno che scrive. nè lì, nè qui. le parole semplicemente appaiono sullo schermo, tasti vengono premuti.
RispondiEliminanon c'è nulla da compiere e nulla che sia incompiuto. nulla da fare e nulla per cui essere pronti.
aver successo, fallire, cose giuste od errori: qui viene visto che non esiste nulla del genere
ciao da Den Haag
Perchè sconforto? ci sono persone che nn sanno mettere insieme due parole...e nella vita, nn sanno mettere insieme due mattoncini...
RispondiEliminaTu hai cambiato...puoi insegnare ad altri ad avere la tua stessa forza..
Se davvero tutto nn ha un senso, allora potremmo anche nn esistere..invece esistiamo, e l'unica cosa che possiamo fare e vivere al meglio..