Mi pongo delle domande. Nulla di nuovo, neppure riguardo ai soggetti.
Sempre i soliti:
Il tempo, gli esistenzialismi, la crescita e bla bla...
Ciò che in questo istante ha attraversato la mia mente è una domanda fondamentale...almeno in questo istante.
Sarò davvero capace di capire?
Oppure crerò frustrazioni da dover combattere?
Sarò tanto intelligente da sapermi adattare?
Riuscirò ad accettare ciò che verrà gettato sul mio cammino?
In solitudine tutto è semplice.
Piovono meteore, basta un passo per scansarsi e proseguire.
Ma in un ottica differente? Quanti devono essere i passi? Quanta forza ci vuole?
Perchè non ho la forza di abbandonarmi?
Dormo con un occhio aperto, vigile su ciò che accade attorno a me.
Eppure, basterebbe credere...ma manca il soggetto.
La mente vola agli errori commessi da altri, inevitabile esperienza che se ragionata, innesca cambiamenti sotto pelle, impercettibili ai più, ma radicali in noi stessi. Una scabbia per cui non vi è alcuna cura.
Ti mangia da dentro...lasciando cenere delle buone intenzioni.
Eppure a volte una parola gentile, un sorriso basta a placare le belve che si agitano nella mente. Pronte a divorare ciò che è lontano dal primo passo.
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