Racconti, pensieri e poesie di un Uomo perduto nei sentieri finiti di questa terra. Eternarsi in questo destino finito, fatto come umano divenire, ricerco l'immortalità nell'elettrone, over la roccia scolpita diverrà etere invisibile..
Stagione estiva del 2017.
Confusione, gente accalcata per un raggio di sole.
Io mi crogiolo nella mia solitudine, affrancato dalla tecnologia, che nella sua sterile efficienza permette di regalare insolite riflessioni.
Siamo tutti interconnessi in un modo o nell'altro. Ci rimane poco spazio nel quale poter muovere la propria personalità eppure si riescono anche i questi malcelati frangenti fare dei distinguo.
Tutto ci appare così improbabile eppure possibile.
E quello che sembra possibile, alla fine si realizza nel modo più inusuale.
La vita ancora una volta, si scopre come un luogo dalle mille sfaccettature, dai colori e sapori impossibili da valutare a priori.
Non si può mai esser pronti.
Non lo si è mai abbastanza.
Cosa accade alle persone?
alcune vengono solo sfiorate, con altre ci scontriamo, con poche si ha il piacere di poterne condividere assieme il cammino.
Il tempo, marcia in avanti. Il nostro divenire spesso è solo legato alle rughe sul volto.
Siamo in un epoca in cui, non esiste la grande depressione, ne le gradi guerre. Abbiamo troppo e ci lamentiamo anche di questo.
Ci affidiamo a sempre più regole, ricerchiamo la tranquillità nello schema.
Dimentichiamo la storia, la letteratura, la filosofia in favore della matematica e statistica.
Misuriamo il nostro valore con lo stipendio percepito.
Il successo con la qualità delle scarpe, il valore di un orologio o gli optional di una macchina.
Nei miei anni ho visto virare i colori verso questo, mio grigio.
Ma ricordo ancora la vivacità dell'amore, del sogno.
Dell'uomo apprezzato per ciò che riesce a dare non per ciò che ha preso.
Mi sento un privilegiato ad aver goduto del mio tempo.
Così come mi auguro che i giovani d'oggi possano domani dire lo stesso del loro.
Per quanto tutto mi appaia spesso fuori posto, disordinato, assente alle nostre aspettative,
mi piace pensare che, tutto lo sia, in quanto sfuggente alla banale logica del mio limitato comprendere.
Considerando la caducità dell'essere umano, in tutte le sue fragilità.
Il cui elaborato involvere, lo sta inesorabilmente allontanando dai ritmi dell'esistenza stessa, catapultandolo in un vuoto oblio fatto di materia, apparenza e ordinati doveri.
Castrando sempre di più, la natura stessa la cui massima espressione si materializza nello spirito e nell'immaginifico.
Intolleranti alla noia, ci troviamo magnetizzati su schermi di plastica e elettroni luminosi, ipnotizzati da un'esistenza che non ci appartiene.
Ignoriamo gli istinti, le sensazioni, il percepito.
Ove un movimento un espressione nello sguardo, comunica più di fiumi di parole.
Una volta si accusava l'ignoranza dei non letterati, ove questi mancavano nel comprendere lo spirito alto trascritto nei versi di illuminate genti.
Oggi correttori automatici sopperiscono con algoritmi alle nostre incapacità, ma nulla possono per compensare la perdita degli istinti, le sensazioni, la passione umana, l'abbandono e la ricerca del Se più profondo.
Cerchiamo il divenire fuori da noi stessi, dimenticando gli antichi doveri dell'uomo verso l'uomo.
Ci pavoneggiamo da padroni del mondo, quando in realtà, siamo solo esseri viventi, sempre più lontani dalla loro stessa natura.
E come tali, sempre più distanti dalla comprensione.
Senza comprensione non possiamo tollerare, ma solo esercitare la pazienza e con essa la frustrazione.
Quando basterebbe ascoltare la voce dentro di noi, e avere fiducia in miliardi di anni di cambiamenti e successi, nella storia di tutto ciò che è stato prima, il quale ha fatto si che noi siamo oggi quello che siamo.
Glorioso esempio di un Chaos che non possiamo comprendere.
Siamo permeati di immagini.
Un mondo in bi-Dimensioni che ci sfiora e fugge via.
Dove il tridimensionale della vita reale, pian piano smarrisce di significato.
Difficile per chi come me, è nato e cresciuto con l'ambizione di poter penetrare le esperienze, affondarcisi dentro e magari di tanto in tanto smarrircisi dentro.
Oggi tutto questo appare vano ed insensato.
Le informazioni corrono così veloci che anche le parole appaiono lente. Privi di memoria ci affidiamo sicuri, alla tecnologia come mezzo di comprensione.
Affidiamo i nostri pensieri all'elettrone.
Quando sempre più vivo è l'essere umano, tanto più affonda nella carne.
Ombre, ancora ombre.
Scorrono addosso le ombre, e sempre dalla parte opposta al sole.
Voltiamo lo sguardo e loro sono li, perchè guardare in faccia la luce brucia gli occhi.
Si affollano i pensieri nella menta, uno dopo l'altro accatastati come giocattoli buttati in un sacco nello sgabuzzino, in attesa che lo spazio sia poco e il superfluo venga gettato via.
Eppure, un tempo, sono esistiti, hanno corso nella luce del tempo presente.
Li abbiamo lasciati sfuggire via, nelle ombre delle preoccupazioni, dei dubbi, della paura, del dolore.
Esseri spaventati ci muoviamo timorosi nel nostro divenire, oramai sempre più facili bersagli di un colpo ben assestato dal destino che nel migliore delle ipotesi ci stroncherà in un istante appena dalle nostre certezze.
I nostri piano non valgono nulla alla luce del divenire.
Possiamo solo esistere nel presente.
Il passato non esiste più.
del futuro non vi è certezza...dovremmo solo guarire dalla perfida miopia che ci accieca ogni qualvolta la croce segna il passo di qualcun altro.
Un emozione vale il prezzo del risveglio.
sorprendersi, quello della giornata.
...forse è proprio vero, che è la morte a dare il valore di un'uomo.
Anche oggi, il tempo si è portato via una parte di me.
Un amico. Morto solo nella propria casa, lontano da tutti, in silenzio, indisturbato.
Dopo una vita passata ad accogliere un abbraccio nel dolore, oggi egli stesso affronta il suo viaggio.
E così, non posso far a meno di domandarmi quale sia il rumore di questo divenire.
Mi perdo in un raggio di sole.
Imparare a sorridere alla vita, nelle sue magnifiche scoperte. Nei suoi terribili errori, purché acquisiscano il senso in questo incomprensibile divenire.
Siamo niente, con la presunzione che le nostre azioni possano portare a qualcosa di più che trasformarci in terra e cenere.
Eppure, qualcosa di incomprensibile rimane. Appiccicata addosso ai vestiti, ai pensieri, all'anima stessa.
Forse non siamo così niente.
Forse, stiamo solo spendendo male le nostre monete in questo commercio di dare e avere, con noi stessi e gli altri.
Forse, siamo solo accecati da quello che dobbiamo, senza domandarci mai, cosa davvero desideriamo.
Avere la forza di chiudere gli occhi e gettarci sereni nel vuoto del divenire.
Avendo fiducia che la marea non ci porti solo alla deriva, ma che possa essere il divenire, che ancora, non ci è dato comprendere.
L’Erudita ha un sacco di idee per la testa. Non porta gli occhiali ma riesce a vedere molto lontano. Viaggia per mete sconosciute e per luoghi incredibili senza mai riempire la valigia. Tra le sue destinazioni c’è un luogo speciale, in un punto sperduto della terra, in cui l’arcobaleno annuncia sempre la fine della tempesta e anche le cose impossibili diventano possibili. Se vuoi scoprire anche tu quel posto togliti gli occhiali e guarda oltre.
Lei lo ripete sempre: “I libri migliorano la vi(s)ta”.
La verità è venuta a noi vestita di simboli, se così non fosse stato ci avrebbe reso ciechi.
A noi il compito ti svestirla un pezzo alla volta, trovando il giusto e mutevole significato degli accadimenti.
Siamo zattere a vela nella tempesta degli eventi.
Ci illudiamo che il nostro divenire, serva in qualche modo allo scopo, quando a volte basterebbe semplicemente abbandonarsi alla vita. E lasciare che ci scorra addosso, con più fiducia nel nostro destino.
Quanto terribili potremo mai essere, dal voler celare la nostra natura?
Siamo davvero così impossibili da governare?
Le nostre pulsioni sono davvero così inaccettabili?
L'essere immobile, creatore del tutto, vorrebbe che negassimo la nostra stessa esistenza? Perché donarci la passionalità, per poi confinarla? Perché sadicamente privare noi stessi della gioia del presente.
Siamo esseri puri, e semplici, corrotti dal nostro divenire.
Arroccati troppo spesso nelle nostre paure.
Quando basterebbe passare il nostro sguardo, non sui desideri, ma sulla soddisfazione per ciò che non ci appartiene, sul creato tutto attorno a noi.
Magari condendolo con un pizzico di emozioni, e perchè no, malizia.
Facendo di tutti noi, degli ottimi chef, nel servire a noi stessi e agli altri, un piatto si ben condito.
Il domani arriverà comunque, sia che lo si guardi con timore, ansia o gioia.
Tanto vale, godersi l'attesa.
Siamo vittime della nostra mente.
Ci facciamo trascinare giorno dopo giorno nell'abisso del dovere.
Come se il tempo a noi concesso fosse illimitato.
Ogni giorno mi accorgo di quanto il doveroso divenire, condizioni ogni mia scelta.
lasciandomi sempre per ultimo nella mia umana condizione di essere vivente e non di essere doveroso.
Opero per il mio miglioramento.
Più mi ci adopero e più mi accorgo che il mondo stringe la morsa.
Mi indora di promesse.
Denaro
Fama
Ricchezza.
Al solo misero prezzo della mia esistenza.
Sin da piccolo ci rappresentano la mutazione, come una condizione naturale.
Un divenire significativo nel quale nulla è mai la stesso due volte.
Una delle massime espressioni del cambiamento nel mio immaginario è la farfalla.
Ironia dell'evoluzione, questo delicato essere trascende la propria condizione di bruco per divenire leggiadra farfalla, attraverso uno stadio d'esistenza chiamato crisalide.
Mi sovviene un pensiero balzano, nel quale provo ad umanizzare l'evento, domandandomi:
E se avesse coscienza di se il bruco, cosa gli accadrebbe?
Quali sarebbero le sensazioni?
La terra ci rassicura con la sua solida presenza, stabile ed immota, per quel che ci è dato percepire, cosa può pensare un bruco che perda la possibilità di strisciare e invece acquisire la capacità sublime del volo?.
Forse non è così difficile immaginarlo, dopotutto.
Immaginiamo il volo come una liberazione dalle cose terrene, un simbolo di libertà!
Quante volte restiamo volontariamente aggrappati alle catene del nostro dovere?
Tutti noi, nessuno escluso, potrebbe scivolare via da quest'esistenza e reinventarsi in un attimo appena.
Eppure...restiamo i peggiori bugiardi per noi stessi, adducendo alibi e scuse, nei lamenti del divenire.
Allora, rimane da solamente supporre che il bruco, provi infiniti tormenti, e che la stessa farfalla, nel suo vagare, non sia di spensierata leggiadria, ma un tormentato volo per ricercare la vita perduta.
Ora, molti di noi, alcuni più di altri, hanno vissuto in se, la condizione di crisalide, nella trasformazione da bambino ad adulto.
Transizione nella quella tutto è amplificato, potente, forte e devastante.
Il trapasso, non è mai indolore, ci muta profondamente nell'animo e ci cambia.
Un cambiamento tanto radicale da indurre molti a ricercare la fanciullezza perduta.
Vi capita mai di non riuscire a prendere sonno?
A me continuamente.
Esausto da una giornata di affanni e tribolazioni, eppure non appena la testa poggia sul cuscino, il mondo dei ricordi prende a gironzolare come una vecchia giostra davanti agli occhi.
A volte mi chiedo se le idee raccolte del mattino, non siano invece il frutto di un meticoloso elaborato inconscio della notte.
E di dormire, se ne scrive, ma di abbracciare il morbido ed avvolgente Morfeo neppure l'idea.
Quali siano i pensieri?
Molteplici e diffusi, così polverizzati nella memoria da riuscirne a malapena a seguire il filo.
Eppure...
chissà per qual ragione, al risveglio, il vissuto onirico, lo si veste come un abito mal indossato.
Gli occhi raccontano agli astanti il mancato quanto caritatevole riposo.
Non che me ne curi, normalmente le comparse di questa esistenza risultano esser sempre prese da mete così lontane da risultare impossibili per una vita sola.
Vivendo come se dovessimo farlo per sempre, ci avvicendiamo verso la nostra non esistenza.
Imbottigliati nel nostro dovere.
Intrappolati in un non vivere collettivo.
Imprigionati nella matrice del nostro tempo.
Trovare il coraggio e la forza per spezzare le catene dell'ignoranza ed immaginare un mondo nuovo.
Un nuovo modo di concepire la vita.
Passeranno altri anni.
Molti, forse, verranno dopo di noi.
E a loro, lascio queste parole frutto del mio tempo.
Consapevolmente perso nel mio futile non divenire.
La testa è una scatola nella quale le idee rimangono imprigionate.
E' difficile porsi nella condizione di esprimere il proprio pensiero in maniera che gli interlocutori possano tollerabilmente comprendere.
Viviamo permeati dai sensi.
Anestetizzati da una vita sovreccitata di emozioni...affamati ingurgitiamo sino a svanire nei nostri stessi bisogni.
Il nostro corpo ci ricorda la nostra umana e finita condizione.
Come barattoli con la data di scadenza sullo scaffale dell'esistenza.
Scrivo sempre meno...
Mi dedico sempre meno spazio.
Concentrato su cose che ben mi accorgo scivolare via, come fuochi d'artificio in una sera estiva.
Ogni giorno torno a posare lo sguardo sulla mia pelle,
Percepisco ancora le carezze del vento sul volto nonostante
Il gelo che attanaglia le mani ed un cuore che pulsa meno deciso di un tempo.
Eppure la mente continua a brillare, se foraggiata di emozioni, libri, intelletto, confrontata con la vivacità intellettuale di molti, panorami, viaggi, la vita stessa.
E questo mi fa godere ogni singolo istante, avido di altre sensazioni, mai pago.
Parlo di Me adesso, in questo istante, perché domani, sarà andato un altro oggi, e le emozioni saranno altre, e i miei occhi vedranno un mondo al caleidoscopio, ricco di altri nuovi colori.
Sorprendersi ancora e ancora...
Ogni giorno,
eventi accaduti e persi nel tempo che tornano come frangenti di marosi agitati.
Dolori, malattia nulla possono contro il librare del libero pensiero.
Divincolato dalle convenzioni.
Dal sancito altrui dovere.
Giocare con la comprensione, come una lontra con il suo truciolo di bastone.
Sorridere agli eventi e godersi il traghettarsi nel tempo.
Inseparabilmente passeggeri di una di queste esistenze.
Oscar Wilde disse:
Ogni impulso che soffochiamo ci avvelena l'esistenza.
Posso condividere il pensiero di Wilde, avendo io stesso combattuto demoni insensati creati solo dalle aspettative sociali.
Convenzionati oltre la consapevolezza da doveri e necessità.
Giustificando la nostra stessa evasione, come soluzione all'incedere quotidiano.
Schiavi moderni del nostro lavoro, delle nostre necessità. Proiettiamo la nostra libertà perduta su altri, spesso i nostri figli, per veder il senso al sacrificio, materializzarsi nella speranza di un tempo migliore per altri.
Eppure esistiamo ancora, in questo tempo malcelato, siamo ancora sorrisi, speranze, emozioni.
E' presto per abbandonare il testimone dell'esistenza ed abbandonarsi ai ricordi.
Abbiamo ancora tempo.
Abbiamo ancora una vita da vivere.
Spesso ce ne scordiamo, troppo presi da cio' che viene universalmente ritenuto giusto e corretto.
Perdiamo l'ordine delle cose.
Quando basterebbe intelligentemente guardare dentro di noi e trovare la forza di sorridere ancora alla vita.
Una straordinaria avventura, meritevole di esser vissuta in tutte le sue sfaccettature.
Proprio per apprezzarne i risvolti perduti, nel tempo che scorre,
-------------- Siamo puniti per cio’ che rifiutiamo a noi stessi: ogni impulso che tentiamo di strangolare cova nella mente e ci avvelena… L’unico modo di liberarsi da una tentazione e’ di abbandonarsi ad essa. Resisti, e la tua anima si ammala di nostalgia per le cose che si e’ proibita, di desiserio per cio’ che le sue mostruose leggi hanno reso mostruoso e illecito. E’ stato detto che i grandi eventi del mondo hanno luogo nella mente. Ed è nella mente, e solo lì, che si commettono anche i grandi peccati dell’umanità.
Il Buono è colui che, potendo fare il male, sceglie il bene. il Pacifico è colui che, potendo far guerra, sceglie la pace. Essere significa, quindi, scegliere di essere e non dover essere. Non mi direte che un vegliardo è casto, che un povero è parsimonioso,che un neonato è pacifico. Pacifico è colui che porta la spada e non la sguaina. Chi non porta la spada non saprà mai se è pacifico. (Fondamento del Katori Shinto Ryu)
Stairway to Heaven
Theres a lady whos sure
All that glitters is gold
And shes buying a stairway to heaven.
When she gets there she knows
If the stores are all closed
With a word she can get what she came for.
Ooh, ooh, and shes buying a stairway to heaven.
Theres a sign on the wall
But she wants to be sure
cause you know sometimes words have two meanings.
In a tree by the brook
Theres a songbird who sings,
Sometimes all of our thoughts are misgiven.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it makes me wonder.
Theres a feeling I get
When I look to the west,
And my spirit is crying for leaving.
In my thoughts I have seen
Rings of smoke through the trees,
And the voices of those who standing looking.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it really makes me wonder.
And its whispered that soon
If we all call the tune
Then the piper will lead us to reason.
And a new day will dawn
For those who stand long
And the forests will echo with laughter.
If theres a bustle in your hedgerow
Dont be alarmed now,
Its just a spring clean for the may queen.
Yes, there are two paths you can go by
But in the long run
Theres still time to change the road youre on.
And it makes me wonder.
Your head is humming and it wont go
In case you dont know,
The pipers calling you to join him,
Dear lady, can you hear the wind blow,
And did you know
Your stairway lies on the whispering wind.
And as we wind on down the road
Our shadows taller than our soul.
There walks a lady we all know
Who shines white light and wants to show
How evrything still turns to gold.
And if you listen very hard
The tune will come to you at last.
When all are one and one is all
To be a rock and not to roll.
And shes buying a stairway to heaven.
Una scala per il paradiso
C’è una signora che è sicura che tutto ciò che luccica sia oro
E si sta comprando una scala per il
paradiso.
Lei sa che quando ci arriverà, anche se tutti i negozi sono chiusi
Con una sola parola potrà ottenere quello per cui è venuta.
E si sta comprando una scala per il paradiso
C’è un cartello sul muro ma lei vuole essere sicura
Perchè lo sa che a volte le parole hanno due significati
Su un albero presso il ruscello, c’è un uccello che canta
A volte tutti i nostri pensieri sono dubbi
E mi pongo delle domande,
E mi pongo delle domande.
C’è una sensazione che provo quando guardo ad Ovest,
E la mia anima piange perchè partirà.
Nei miei pensieri ho visto anelli di fumo tra gli alberi,
E le voci di quelli che stanno a guardare.
E mi pongo delle domande,
E mi pongo delle domande.
E si sussurra che presto se tutti lo decideremo
Allora il pifferaio ci guiderà alla ragione
Ed un nuovo giorno sorgerà per quelli che da tempo aspettano
E le foreste eccheggieranno di risate.
Se c’è confusione sul tuo sentiero, non ti preoccupare
Sono solo le pulizie di primavera per la festa di Maggio.
Si, ci sono due percorsi che puoi intraprendere ora, ma a lungo andare
C’è ancora tempo per cambiare la tua strada
E mi pongo delle domande.
Ti ronza la testa continuamente, se non lo hai capito
Il pifferaio ti sta chiamando a raccolta
Cara signora, senti il vento che soffia, e lo sapevi che
La tua scala si stende sul vento che sussurra?
E mentre scendiamo lungo la strada
Con le ombre più alte delle nostre anime
Là cammina una signora che tutti conosciamo
Che splende di luce bianca e vuole mostrare
Come tutto quanto ancora si trasformi in oro
E se ascolti molto attentamente
Alla fine la canzone ti raggiungerà
Quando tutti sono uno e uno è tutti
Per essere una roccia ma non rotolare.
So, so you think you can tell Heaven from hell Blue skies from pain Can you tell a green field From a cold steel rail? A smile from a veil? Do you think you can tell?
And did they get you to trade Your heroes for ghosts? Hot ashes for trees? Hot air for a cool breeze? Cold comfort for change? And did you exchange a walk on part in the war For a lead role in a cage?
How I wish, how I wish you were here We’re just two lost souls Swimming in a fish bowl Year after year Running over the same old ground What have we found? The same old fear? Wish you were here
Così, così credi di saper distinguere Paradiso da inferno Cieli azzurri dal dolore Puoi distinguere un campo verde Da un freddo binario d’acciaio? Un sorriso da dietro un velo? Pensi di riuscirci?
E ti hanno convinto a barattare I tuoi eroi con fantasmi? Ceneri fumanti con alberi? Aria calda con vento fresco? Gelido comfort con aneliti di cambiamento? Hai scambiato la parte da comparsa in guerra Per un ruolo di protagonista in una gabbia?
Come vorrei, come vorrei tu fossi qui Siamo soltanto due anime perse Che nuotano in una boccia per pesci Anno dopo anno In corsa sul solito vecchio terreno Per trovare che cosa? Le stesse vecchie paure Vorrei averti qui
“There must be some way out of here,” said the joker to the thief, "There's too much confusion, I can't get no relief. Businessmen, they drink my wine, plowmen dig my earth, None of them along the line know what any of it is worth."
“No reason to get excited,” the thief, he kindly spoke, "There are many here among us who feel that life is but a joke. But you and I, we've been through that, and this is not our fate, So let us not talk falsely now, the hour is getting late."
All along the watchtower, princes kept the view While all the women came and went, barefoot servants, too. Outside in the distance a wildcat did growl, Two riders were approaching, the wind began to howl. "Dev' esserci una via d'uscita", disse il giullare al ladro, "C'è troppa confusione, non riesco a trovare sollievo. Uomini d'affari bevono il mio vino, contadini scavano la mia terra, nessuno di loro lungo il confine sa quale sia il valore di ciò"
"Non c'è motivo di allarmarsi", disse il ladro gentilmente "Ci sono molti qui tra di noi che pensano che la vita sia solo un gioco. Ma tu ed io sappiamo tutto ciò e non è questo il nostro destino, perciò, basta parlare in maniera falsa adesso, l'ora è tarda."
Lungo le torri di guardia, prìncipi osservavano l'orizzonte mentre tutte le donne andavano e venivano anche i servitori scalzi. Fuori, in lontananza, un puma ringhiò, due cavalieri si stavano avvicinando, il vento cominciò ad ululare.
Il titolo di un Film...
Demolition - Amare e Vivere
Parla di Devis un tizio al quale, in una vita perfetta, organizzata al cronometro viene a rompersi il più solido tra gli l'equilibri, facendo trapelare tra le trame a volte molto fitte, il vacillante equilibrio tra il vero e l'insensato, ed in maniera brutale, quanto siano crudeli i giudizi del prossimo sull'intimo sentimento.
Ove il limite odierno e forse non solo, appare quello del nascondersi nel proprio dolore, ignorando la tolleranza e con essa i risvolti legati alla comprensione.
Personalmente un Film, che ho trovato poetico, ricercato e assoluto.
Pieno di quei difetti malcelati, dettati forse, dal limite del non poter esprimere l'inesprimibile.
E' bene notare che quando si punta UN dito contro qualcuno o qualcosa, ben TRE dita son rivolte contro noi stessi.
Cerchiamo i colpevoli, dove meno ci aspetteremmo di trovarli,... in noi stessi.
Chissà perché la memoria gioca con la nostra esistenza.
Di tanto in tanto il "Giullare" viene a farmi visita, mi lascia un tarlo e se ne va, lasciandomi tra il meditabondo e lo stupito...poi nulla, tutto continua a scorrere, ma come se un altro singolo piccolo pezzo fosse andato via.
Guardo il treno della vita scivolare via dallo sguardo.
Quante carrozze, quanti passeggeri, compagni di viaggio...persone alle quali ho sorriso e teso una mano nel tempo. In un bilancio tra il buono e il cattivo che tanto mi preoccupa, nella volontà del fato di voler pareggiare i conti.
Ma forse questa esistenza come quella di tutti noi non ha alcun senso, se non quella di transitare in questa vita, veder ingrigire i propri sguardi e poi appassire nei dolori e ricordi di un tempo che è andato ove tutto era possibile, ove un uomo era affacciato al domani e sospirava pieno di quella voglia di essere protagonista che con il tempo si finisce per dimenticare.
Essere protagonisti della propria vita. Libero si scegliere! come un ratto in un recinto che percorre i suoi sentieri convinto che tutto possa essere in divenire, quando è solamente un sentiero tracciato tra molti, nell'illusione di poter raggiungere una meta, ci affanniamo nei dedali a fronteggiare i Minotauri messi li dalla nostra bramosia.
Un esistenza che si spegne e accalca i nostri ricordi, rendendo il passato sempre più lucido e il futuro più incerto.
In quale follia si baloccherà la mia vita? Alla fine, il mio unico divenire, è nel non esistere.
Quando sono con Te,
stiamo svegli tutta la notte.
Quando non sei qui, non posso dormire.
Gloria a Dio per queste due insonnie e per la differenza tra loro.
Cit. Rumi
Rumi - Non hai idea
Non hai idea di quanto sia stato difficile trovare un dono da portarti. Nulla sembrava la cosa giusta. Che senso ha portare oro ad una miniera d'oro, oppure acqua all'oceano. Ogni cosa che trovavo, era come portare spezie in Oriente. Non ti posso donare il mio cuore e la mia anima, perché sono già Tue. Così, ti ho portato uno specchio. Guardati e ricordami.
Nel ventre di una madre c'erano due bambini. Uno ha chiesto all'altro: "Ci credi in una vita dopo il parto?" L'altro ha risposto: "È chiaro. Deve esserci qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci per quello che verrà più tardi". "Sciocchezze". Ha detto il primo. "Non c'è vita dopo il parto. Che tipo di vita sarebbe quella?" Il secondo ha detto: "Io non lo so, ma ci sarà più luce di qui. Forse noi potremo camminare con le nostre gambe e mangiare con le nostre bocche. Forse avremo altri sensi che non possiamo capire ora". Il primo replicò: "Questo è un assurdo. Camminare è impossibile. E mangiare con la bocca!? Ridicolo! Il cordone ombelicale ci fornisce nutrizione e tutto quello di cui abbiamo bisogno. Il cordone ombelicale è molto breve. La vita dopo il parto è fuori questione". Il secondo ha insistito: "Beh, io credo che ci sia qualcosa e forse diverso da quello che è qui. Forse la gente non avrà più bisogno di questo tubo fisico". Il primo ha contestato: "Sciocchezze, e inoltre, se c'è davvero vita dopo il parto, allora, perché nessuno è mai tornato da lì? Il parto è la fine della vita e nel post-parto non c'è nient'altro che oscurità, silenzio e oblio. Lui non ci porterà da nessuna parte". "Beh, io non so", ha detto il secondo, "ma sicuramente troveremo la mamma e lei si prenderà cura di noi". Il primo ha risposto: "Mamma, tu credi davvero a mamma? Questo è ridicolo. Se la mamma c'è, allora, dov'è ora?" Il secondo ha detto: "Lei è intorno a noi. Siamo circondati da lei. Noi siamo in lei. E per lei che viviamo. Senza di lei questo mondo non ci sarebbe e non potrebbe esistere". Ha detto il primo: "Beh, io non posso vederla, quindi, è logico che lei non esiste". Al che il secondo ha risposto: "A volte, quando stai in silenzio, se ti concentri ad ascoltare veramente, si può notare la sua presenza e sentire la sua voce da lassù". Cit. Utmutato a Léleknek