Racconti, pensieri e poesie di un Uomo perduto nei sentieri finiti di questa terra. Eternarsi in questo destino finito, fatto come umano divenire, ricerco l'immortalità nell'elettrone, over la roccia scolpita diverrà etere invisibile..
Come un'amante viziata, capricciosa, lussuriosa ed instancabile nella propria ricerca del divenire, io mi ritrovo innamorato privo di ogni volontà nei suoi confronti.
Araldo delle sue voluttà assecondo i suoi capricci, osservo esaltato i panorami di questo suo turbinante divenire.
Oggi è stato pubblicato un mio articolo.
Per chi fosse interessato http://www.ilmoderato.it/pages/articolo.aspx?idarticolo=108
questo è il link.
La testata giornalistica è appunto www.ilmoderato.it anche se ad esser onesti, mantener toni moderati di questi tempi, risulta davvero difficile.
Eppure credo che anche un misantropo come il sottoscritto debba adoperarsi con quante più energie e risorse possibili per contribuire a dar voce a quanto sino ad oggi per comodo è stato taciuto o abbandonato.
Cercando di mantenere quella rotta, che mai dovrebbe deviare, dal giusto mezzo.
Nifth
Mi capita, quando esco dal mio piccolo mondo, di visitare posti incredibili,
Luoghi in cui persone di una ignoranza sconfinata, si mettono in cattedra a dispensare lezioni;
Individui dalla più dubbia moralità, che si ergono a docenti di etica e comportamento;
Altri ancora, che si vestono dei migliori abiti e forma, solo per nascondere il marcio di cui il loro essere ne rimane intriso.
Metalli.
Come tutto riconduce al sesso e ai metalli. Un modo semplice ed essenziali per riassumere la ragion "pura" del nostro tempo.
Null'altro appartiene al nostro divenire.
Ora in un momento di lucida follia, comprendo il dissoluto nostro divenire, immaginando l'unica soluzione possibile.
...
giovedì 12 luglio 2012
Se volessi riassumere in poche parole il mio vivere sino ad oggi?
Ho cercato di vivere senza rimpianti, cercando di evitare i troppi rimorsi.
Io, come molti altri, sono in buona parte come il Sig. Q, forse è giunto il momento di cambiare, reagire a questa passività, ed essere protagonista del mio tempo, non più spettatore di un mondo che piace sempre meno. Scopro ogni giorno quanto sia folgorante vivere la vita. Consapevole che da un momento all'altro io possa perdere tutto questo illudermi, voglio esistere...possibilmente in un mondo ove la gente sorride.
- tratto dal Blog di beppe Grillo:
Il signor Q (è un nome di fantasia) ha perso il posto di lavoro, il figlio è da sempre disoccupato, gli è stata recapitata una cartella di Equitalia di 10.000 euro su cui sta indagando un commercialista che gli fa credito, la moglie ha bisogno di costosi medicinali a pagamento, non riesce a onorare le scadenze del mutuo e dovrà lasciare il suo appartamento, le bollette dell'acqua, del gas, della spazzatura, dell'energia elettrica sono mazzate che non prova neppure più a schivare. Gli arrivano ogni mese in piena faccia e le paga quando può insieme alla mora. La figlia ha rischiato uno stupro e in casa hanno già subito un furto. La porta blindata la sta pagando a rate. Nel fine settimana è sempre in fuga dall'inquinamento. L'aumento della benzina gli consente però solo un'autonomia di 50 km (andata e ritorno) per uscire dalla città, deve tornare indietro quando la spia della benzina diventa rosso incandescente. Il nonno si è spento da poco insieme alla sua pensione che contribuiva alla spesa settimanale alla Lidl, lasciando così la famiglia nella disperazione. Il signor Q è un antipolitico viscerale, da sempre. "La politica è sporca (per questo lui se ne lava le mani)". "La politica la fanno i politici". "Io ho altro da fare che occuparmi di politica". "C'è chi lavora e chi fa politica e io lavoro". Il signor Q (quanti milioni di signor Q dormono da sempre sonni beati in Italia?) detesta la politica. Ma se lui non si occupa di politica, è la politica che si occupa di lui. Lo spolpa vivo. Gli toglie i diritti civili, la libertà di informazione, il diritto alla salute, la casa, il lavoro, la sicurezza, un futuro per i suoi figli. L'antipolitica del signor Q ha le sue radici profonde nel distacco tra cittadino e Stato, tra un mondo ideale, e inesistente, dove si coltivano i propri interessi privati, e il mondo "là fuori" che non busserà mai alla tua porta. Ognuno vale uno, ma chi non partecipa vale zero.
È tornata a casa durante lo scorso weekend Lilly, la pitbull di otto anni che qualche settimana fa ha salvato la sua proprietaria svenuta da un treno in arrivo. Del suo caso avevamo parlato in questa news.
Il cane, che si è sacrificato perché la sua umana uscisse illesa dall’incidente, ha perso una zampa anteriore nell’impatto e ha il bacino fratturato. È stata curata anche per alcune emorragie interne e dovrà ora continuare la convalescenza a casa.
Il conducente del convoglio, pur accorgendosi del pitbull che disperatamente trascinava la sua proprietaria svenuta e ubriaca lontano dalle rotaie, non ha avuto sufficiente spazio di manovra per fermare il treno e ha investito l’animale. Christine Spain, la proprietaria di Lilly, non si è fatta assolutamente nulla.
Al momento attuale, il pitbull è già stato sottoposto a due interventi chirurgici all’Angell Animal Medical Center di Boston: il primo per amputare la zampa maciullata, il secondo per riparare le multiple fratture al bacino e ad una delle zappe anteriori.
Lilly è, negli Stati Uniti, considerata una vera e propria eroina a quattro zampe oltre che la manifestazione vivente dell’erroneità dei pregiudizi sui pitbull, troppo spesso percepiti come cani aggressivi e inaffidabili. Grazie al vasto tam-tam suscitato dalla sua storia, Lilly ha ricevuto donazioni per oltre 76,000 dollari. Il conto della clinica ammontava a 15,000, ma altro denaro dovrà essere speso perché l’animale recuperi la massima funzionalità fisica possibile.
“Siamo molto felici dei progressi che ha fatto”, ha dichiarato il veterinario che ha preso in cura il cane, la dottoressa Meg Whelan, “Si è comportata da paziente ideale e anche se ha davanti a sé tanta, tanta terapia per rimettersi in forze, abbiamo fiducia che ce la farà”.
Lilly non è tornata a casa da Christine Spain che, arrestata dopo l’incidente, dovrà rispondere di una serie di reati – tra cui anche quello di maltrattamento di animali, per aver messo a repentaglio la vita del pitbull a causa del suo stato di ubriachezza. A prendere in custodia il cane è stato il figlio della donna, un agente di polizia, che ha dichiarato che donerà una parte dei proventi ricavati dalle donazioni per Lilly per aiutare altri animali in difficoltà.
Nel frattempo, Lilly è stata insignita del riconoscimento Animal Hero 2012 dalla protezione animali americana.
Nella foto: Lilly torna a casa con il figlio della sua proprietaria (fonte).
Ancora in viaggio, ancora una volta i miei occhi hanno il privilegio di posarsi su terre lontante, inimmaginabili ed ancora una volta riescono a riempirsi di meraviglia.
Il vivere ha sempre il potere di sorprendermi, se mi metto nella condizione mentale corretta.
Vedo infinite strade avanti ai miei occhi, tutte nuove ed allettanti...vorrei poterle provare tutte, sondarle, esplorarle, conoscerle...ma il tempo non mi è bastato, e domani vivrò del ricordo di queste parole, scritte ancora una volta, da una terra lontana.
In noi Italiani c'e' qualche cosa in più, qualche cosa che il denaro, la confusione di questi giorni viziati, non possono corrompere...almeno non del tutto.
L'informazione è tutto! Il sapere è tutto!
Cerchiamo di sapere, perchè solamende sapendo, ci guadagnamo il diritto di scegliere.
E solamente avendo la capacità di arbitrio che l'umanità e noi stessi diveniamo esseri liberi.
Il denaro, a mio parere, non è sempre la scelta.
Piove, il vento sferza senza tregua il nostro rifugio...eppure il sole può splendere dentro di noi.
A volte basta una delicato sorriso a dissipare le nubi e lasciar traguardare lontano i nostri sguardi.
Ad una società che attribuisce il titolo di vincente a colui il quale appone il proprio nome per primo anche nell'elucubrare un singolo pensiero... posso solo rispondere; Il dubbio genera la verità! Forse dovremmo riflettere sull'avvenire...e magari tacere, in un silenzio fatto di verità
Non ho idea di quale possa essere il futuro in questo mondo.
Non ho nessuna immagine.
Nessun progetto.
Ho solo la triste consapevolezza che il mondo di oggi e di ieri è andato perduto.
Ho solo la felice convinzione, che il mondo di domani resterà governato dagli umori del tempo e dall'evolversi della natura...
Potere dello sguardo. Siamo animali semplici, anche se ci vestiamo da intelligenti e predatori.
Il nostro senso primario ci inganna di continuo.
Oggi molto più di ieri.
Le informazioni che cattura la nostra mente sono cresciute esponenzialmente, tanto che il nostro pensiero non è più in grado di seguirle correttamente...
L'evoluzione pare non stia al pari con le richieste menemoniche.
Tu che leggi, esattamente come me, hai un vestito addosso, se hai sete puoi aprire uno stupido rubinetto e prelevare tutta l'acqua che vuoi, sprecarne anche solo per gettare i tuoi escrementi da qualche altra parte, acqua potabile.
Attorno a te hai cibo, tutto il cibo che vuoi. Puoi persino scegliere di cosa nutrirti.
Puoi arrivare a selezionare la tua dieta...e molto probabilmente la tua angoscia più grande è che stai prendendo troppo peso.
Se è così, allora non stai facendo abbastanza. Se hai tutto questo, un vestito e del cibo, allora non sei abbastanza.
Fai parte di quelli, come me, che sono nati nel posto "ingiusto" con la famiglia "ingiusta" e come tanti altri, passerai oltre quest'immagine per andare a cena...
Lo sai solo tu, nel tuo intimo, quello che vuoi o avresti voluto provare.
Credo nella tua libertà e nel tuo modo di vivere. Il resto è una partita giocata spesso dal destino. Non rinunciare a nessuna parte di te. Vivi la vita intensamente.
Mi trovo abbastanza daccordo, con quest'intervista. In particolare sulla progettazione a lungo termine.
Uscire dalla nato e dal petrolio?
Bhè Mahatma Gandhi è riuscito sa solo a cambiare il mondo. Chissà se una nazione potrà cambiare se stessa...
Con un poco di ironia, mi piacerebbe ricordare la non volgarità, e strapparmi un sorriso di un epoca innocente della quale, troppo rapidamente sto smarrendo i ricordi.
Quest'immagine rappresenta quella che diverrà una discarica di rifiuti.
Immagini alle quali affidiamo le nostre speranze, in un mondo nel quale a ben guardare rimangono solo gli scarti...
Trafiletto giornalistico....roba di poco conto ...
02.01.2012
Teheran - L’Iran ha annunciato oggi di aver testato con successo il lancio di un missile a lunga gittata nel corso delle esercitazioni navali in corso nel Golfo. Lo scrive l’agenzia ufficiale Irna. «Abbiamo testato un missile a lunga gittata costa-mare denominato Qader (Capace), che è riuscito a distruggere bersagli predeterminati nel Golfo», ha scritto l’agenzia citando il vice comandante della Marina Mahmoud Mousavi. In precedenza, parlando alla tv di Stato, lo stesso Mousavi aveva annunciato il lancio di due diversi tipi di missili a lungo raggio nel corso delle odierne esercitazioni.
L’Iran sta conducendo un’esercitazione marittima di 10 giorni, mentre crescono le tensioni con le potenze occidentali sul suo programma nucleare. Mousavi ha detto che ieri il lancio di un missile terra-aria a media gittata è riuscito. La settimana scorsa Teheran ha minacciato di interrompere il trasporto di petrolio lungo lo Stretto di Hormuz se contro la Repubblica islamica dovesse scattare un embargo a causa delle sue attività nucleari. L’Unione europea ha reso noto che sta valutando l’opportunità di un divieto di importazione del greggio iraniano, già in vigore negli Usa. La quinta flotta Usa ha informato che non consentirà alcuna interruzione del traffico lungo una rotta petrolifera vitale. L’Occidente accusa l’Iran di voler costruire armi atomiche, mentre Teheran afferma di voler produrre soltanto energia elettrica.
03.01.2012
Teheran - Il capo di stato maggiore dell’Iran ha detto oggi che la Repubblica islamica passerà all’azione, nel caso in cui la portaerei statunitense Usa che ha recentemente lasciato la zona dovesse tornare nel Golfo.
Il generale Ataollah Salehi, citato dall’agenzia Fars, ha detto «ho consigliato, raccomandato e avvertito loro (gli americani, n.d.r) sul ritorno della loro portaerei nel Golfo persico, perché non abbiamo l’abitudine di avvertire più di una volta». Il 29 dicembre l’Iran aveva reso noto che una portaerei americana era stata identificata nella zona delle manovre militari navali iraniane nei pressi dello stretto di Hormuz dove da oltre dieci giorni sono in corso le esercitazioni navali.
La portavoce della 5/a flotta Usa (di stanza in Bahrein), Rebecca Rebarich, aveva spiegato lo stesso giorno che la portaerei Uss John C. Stennis e l’incrociatore lanciamissili Uss Mobile Bay «hanno compiuto un passaggio di routine programmato attraverso lo stretto di Hormuz». Le due navi americane avevano fatto una sosta nel porto di Jebel Ali, negli Emirati arabi uniti, prima di attraversare lo stretto di Hormuz verso il mar d’Arabia, dove dovevano apportare uno sostegno aereo alle forze della Nato in Afghanistan.
- Il programma missilistico dell’Iran continua a fare grandi passi avanti e i test condotti tra domenica e oggi ampliano il già ben nutrito arsenale sotto il controllo dei Guardiani della rivoluzione iraniani, che va dai missili di artiglieria, con pochi chilometri di gittata, a quelli balistici che possono colpire a 2.500-3000 km. I missili da crociera testati oggi, il superficie-mare Ghander (o Qadar) e il superficie-superficie Nour, hanno entrambi un raggio di circa 200 km, con «aumentate capacità di sfuggire ai radar e ai disturbi elettronici». Sono quindi a lungo raggio, rispetto al francese Exocet (40 km), all’israeliano Gabriel (36 km) e all’americano Harpoon (80 km), ma ancora inferiori al Granit russo (700 km).
Domenica scorsa la Marina iraniana aveva invece testato un nuovo missile superficie-aria, il Mehrab, contro gli attacchi aerei. Questi tre missili vanno ad aggiungersi a un’altra decina di modelli posseduti dall’Iran, con portate dai 130 km ai 2.500 km, il più noto dei quali è lo Shahab-1, derivato dallo Scud B sovietico e operativo dal 1995.
Ma è il suo `fratello maggiore´, lo Shahab-3, missile balistico a medio raggio, capace di trasportare testate chimiche e nucleari e in grado di colpire Israele e tutti i Paesi del Medio Oriente, a raccogliere le maggiori preoccupazioni occidentali, soprattutto dopo l’annuncio di ieri della prima barra di uranio iraniana `fatta in casa´. Gli iraniani hanno cominciato a sviluppare missili ai tempi dello Scià, negli anni Settanta, ma è stato alla fine della guerra contro l’Iraq nel 1988 che, con l’aiuto dei tecnici cinesi, hanno realizzato i primi Oghab e Shahin-II, ai quali sono poi seguiti i Fajr, Nazeat e Zelzal, sempre a corto raggio.
Con i sovietici prima e con i nordcoreani poi, hanno invece realizzato versioni `locali´ degli Scud B (circa 300 km di portata) e Scud C (500-700 km), a combustibile liquido, gli Shahab 1 e 2, per arrivare poi allo Shahab 3, il primo vero missile balistico iraniano (derivato dai nordcoreani Nodong-A e B), con un raggio stimato di 1.000 km circa, che arriva a 2.000 km nei modelli successivi. È a singolo stadio e capace di portare testate convenzionali, chimiche e nucleari. Operativi dal 2002-2003, l’Iran dovrebbe avere in arsenale - a seconda delle fonti - da più di una decina a circa 300 Shahab 3 suddivisi, secondo `Janés´, in sei brigate missilistiche. Non è noto il loro stato di efficienza. Sono invece controverse e forse infondate le voci sull’esistenza degli Shahab 4, 5 e 6, la cui gittata potrebbe arrivare, con il 6, fino a 10.000 km.
L’Iran ha anche altri tre tipi di missili balistici medi, della serie Ghadr-110: Samen, Sajil e Ashura, a combustibile solido e con gittata stimata dai 1.000 km del Samen (che dal 2008 avrebbe rimpiazzato i vecchi Scud B e C), ai 2.500 del Sejil fino ai 3.000 km dell’Ashura, testati nel 2010. C’è infine anche il Safir-2, le cui caratteristiche sono simili al Sajil 2 a due stadi, impiegato per portare in orbita nel 2009 il primo satellite iraniano, Omid (speranza), poi distrutto.
.....Fonte trafiletti giornalistici del secolo XIX....
Diciamo che le fazioni politiche non rientrano nelle mie preferenze, per me vige l'uguaglianza, << Non conta un cazzo nessuno >>Cit. Sergente Hartman, ma ogni tanto qualcuno dovrebbe imparare a ficcarsi la lingua su per il culo.
"Ero tornato da poche ore, l’ho visto, per la prima volta, era alto, bello, forte e odorava di olio e lamiera.
Per anni l’ho visto alzarsi alle quattro del mattino, salire sulla sua bicicletta e scomparire nella nebbia di Torino, in direzione della Fabbrica.
L’ho visto addormentarsi sul divano, distrutto da ore di lavoro e alienato dalla produzione di migliaia di pezzi, tutti uguali, imposti dal cottimo.
L’ho visto felice passare il proprio tempo libero con i figli e la moglie.
L’ho visto soffrire, quando mi ha detto che il suo stipendio non gli permetteva di farmi frequentare l’università.
L’ho visto umiliato, quando gli hanno offerto un aumento di 100 lire per ogni ora di lavoro.
L’ho visto distrutto, quando a 53 anni, un manager della Fabbrica gli ha detto che era troppo vecchio per le loro esigenze.
Ho visto manager e industriali chiedere di alzare sempre più l’età lavorativa, ho visto economisti incitare alla globalizzazione del denaro, ma dimenticare la globalizzazione dei diritti, ho visto direttori di giornali affermare che gli operai non esistevano più, ho visto politici chiedere agli operai di fare sacrifici, per il bene del paese, ho visto sindacalisti dire che la modernità richiede di tornare indietro.
Ma mi è mancata l’aria, quando lunedì 26 luglio 2010, su “La Stampa” di Torino, ho letto l’editoriale del Prof. Mario Deaglio. Nell’esposizione del professore, i “diritti dei lavoratori” diventano “componenti non monetarie della retribuzione”, la “difesa del posto di lavoro” doveva essere sostituita da una volatile “garanzia della continuità delle occasioni da lavoro”, ma soprattutto il lavoratore, i cui salari erano ormai ridotti al minimo, non necessitava più del “tempo libero in cui spendere quei salari”, ma doveva solo pensare a soddisfare le maggiori richieste della controparte (teoria ripetuta dal Prof. Deaglio a Radio 24 tra le 17,30 e la 18,00 di martedì 27 luglio 2010)...Pensare che un uomo di cultura, pur con tutte le argomentazioni di cui è capace, arrivi a sostenere che il tempo libero di un operaio non abbia alcun valore, perché non è correlato al denaro, mi ha tolto l’aria. Sono salito sull’auto costruita dagli operai della Mirafiori di Torino. Sono corso a casa dei miei genitori, l’ho visto per l’ennesima volta. Era curvo, la labirintite, causata da milioni di colpi di pressa, lo faceva barcollare, era debole a causa della cardiopatia, era mio padre, operaio al reparto presse, per 35 anni, in cui aveva sacrificato tutto, tranne il tempo libero con la sua famiglia, quello era gratis. Odorava di dignità." Luca Mazzucco segnalazione di anib roma
L'Iran ha lanciato in un test un missile balistico a medio raggio, nell'ambito di un' esercitazione navale che la Repubblica islamica sta tenendo nel Golfo Persico da oltre una settimana: lo afferma l'agenzia ufficiale Irna. Il 31 dicembre 2011 era stato annunciato dall'agenzia Fars il lancio-prova d'un missile a lungo raggio, poi smentito.
L'Irna ha quindi precisato che si tratta non di un missile balistico, ma "superficie-aria", cioé predisposto per colpire aerei e in grado, secondo Teheran, di ingannare le loro contromisure elettroniche. "Questo missile di media portata superficie-aria è equipaggiato con la tecnologia più aggiornata per combattere i bersagli 'invisibili' e i sistemi intelligenti che tentano di interrompere la sua traiettoria", ha dichiarato all'Irna l'amm. Mahmud Mussavi, portavoce delle manovre navali.
"Auguri a tutti per l’anno 2012. Che sia un anno povero, ma bello!
Il prossimo anno deve essere l’anno del ricordo. Dobbiamo ricordare ogni viso, ogni tratto dei politici che hanno distrutto l’Italia. Dobbiamo, con un po’ di disgusto, ricordare tutte queste facce di merda che continuano a dare giudizi e consigli in televisione. Lo so, non è bello, dà il vomito, MA A VOLTE RITORNANO e bisogna ricordarsi di loro per impedire che si ripresentino alle elezioni del 2013.
Il Paese è ormai devastato: finanza, società, lavoro, impresa, ambiente. Per salvarsi i politici cercano di dividerci. Tutti contro tutti. Ogni giorno c’è una nuova classe da demonizzare, i pensionati, i dipendenti statali, gli evasori, i corruttori, i negozianti, i tassisti. La classe politica va azzerata e isolata. Per un Casini o un Fassino, un Cicchitto o un Brunetta va previsto l’isolamento sociale. Gli italiani non devono più avere rapporti con questa gentaglia. A Varese un negoziante ha avuto un’idea straordinaria. Ha appeso un cartello fuori dal suo negozio con l’avviso “Vietato l’ingresso ai politici”. Questa azione va replicata nei negozi di tutta Italia e non solo, anche nei taxi, nei cinema, in qualunque esercizio pubblico. Chi ha cancellato il futuro di almeno due generazioni di giovani e costretto i vecchi a lavorare fino alla morte non va dimenticato, non va lasciato libero di fare altri danni. Il secondo Paese europeo per emigrazione dopo la Romania è l’Italia. Laureati, diplomati, professionisti, quasi tutti giovani hanno lasciato la nostra terra. In compenso abbiamo i parlamentari più vecchi d’Europa. Nel blog e in una pagina Facebook “Vietato l'ingresso ai politici” ho pubblicato una locandina da appendere ovunque vogliate. La faccia è quella tipica del politico italiano, una faccia da culo. Lo riconoscete anche da lontano.
Siamo tutti preoccupati per quello che può succedere. Di sicuro aumenterà la disoccupazione e entreremo in una dura recessione. Ci saranno pochi soldi in giro e se li terranno ben stretti le banche. Ma può essere anche un anno con i suoi lati positivi. Molti giornali di partito chiuderanno dopo aver raccontato balle per decenni con i soldi pubblici. Consumeremo di meno e quindi inquineremo di meno. Il prezzo degli immobili precipiterà come è avvenuto in Spagna e in Inghilterra. La febbre del mattone scenderà e salveremo qualche prato, qualche angolo d’Italia. Può essere l’Anno del Risveglio, forse un po’ brutale per alcuni, in cui ci renderemo conto che non possiamo delegare le nostre vite con una croce su un simbolo elettorale, ma dobbiamo informarci, partecipare in prima persona alla cosa pubblica, dall’inceneritore sotto casa, alle leggi vergogna come lo Scudo Fiscale. Partecipare o essere schiavi. Capiremo che questa è una scelta, non un destino. E dipende da noi.
Vorrei richiamare alla realtà il professor Monti. Ha la faccia dell’onest’uomo, istruito, onesto. Fa parte di quella cerchia di persone dal tratto nobile che non si è mai esposta contro il Sistema. E ne ha sempre goduto i benefici Lui, come altri, avrebbe potuto mettersi in gioco in questi anni e non lo ha fatto. Per questo lo hanno scelto. Le prime misure che ha preso hanno favorito un solo soggetto: le banche. Il suo vice di fatto è Passera, l’ex amministratore delegato di Banca Intesa. Se due indizi fanno una prova, Monti è lì per salvare il culo alle banche, non all’Italia. Le imprese non hanno liquidità, i clienti non pagano e il primo a non pagare è lo Stato. Passera ha proposto di pagare le imprese con titoli di Stato. Geniale, il numero di imprenditori suicidi salirà. Lo Stato prima di chiedere alle imprese di pagare le tasse deve rimborsare i suoi debiti nei loro confronti, a iniziare dall’Iva. Il Paese va rifondato e per farlo bisogna partire dalle fondamenta, dalla Costituzione. Questa Costituzione garantisce i partiti ed esclude i cittadini. Il cittadino non può fare nulla. Non può indire un referendum propositivo. Se propone un referendum abrogativo è necessario raggiungere un quorum, se lo vince, come per la cancellazione del nucleare e dei finanziamenti pubblici ai partiti, la sua volontà è ignorata. Non ha il diritto di vedere discusse le proposte di leggi popolari. Non può neppure scegliere il candidato alle elezioni politiche. Se tutto questo è costituzionale questa Costituzione va cambiata al più presto con il concorso dell’intera Nazione come sta avvenendo In Islanda con votazioni on line. Fuori i partiti dalla democrazia, dentro invece i Movimenti e la partecipazione diretta dei cittadini." Buon anno da Beppe Grillo
Il Guardian di Londra e il New York Times ipotizzano nei prossimi mesi un attacco all'Iranda parte di Stati Uniti e Gran Bretagna. Si prevedono intensi bombardamenti aerei, il lancio dalle portaerei di missili Tomahawk, che colpiscono un obiettivo nel raggio di 1.287 km, e gruppi di intervento sul territorio. La Gran Bretagna avrebbe già dato disponibilità di una base nell'Oceano Indiano. L'urgenza dell'attacco sarebbe dovuta al fatto che l'Iran renderà presto impossibile distruggere i siti nucleari, trasferiti in bunker fortificati. Il programma nucleare iraniano aveva subito un forte rallentamento dopo il cyber attacco via Rete effettuato sulle macchine presenti nei suoi laboratori dal virus Stuxnet, attribuito a Israele e agli Stati Uniti. Metà delle centrifughe fu messa fuori uso, ma, dopo l'identificazione del virus, il programma è ripreso a pieno ritmo. L'Iran dispone di uranio arricchito sufficiente per realizzare quattro bombe nucleari. Nessuna delegazione internazionale ha però dimostrato che Teheran abbia altri scopi per il nucleare che non siano civili. Gli Stati Uniti stanno stringendo i loro rapporti militari con i governi "amici" nella regione: Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi, Oman, Kuwait e Qatar. Un attacco all'Iran equivale a una dichiarazione di guerra alla Cina che questa volta non rimarrebbe indifferente come in Libia, con cui aveva preso accordi per il petrolio. Nel 2007 il post "Petrolio e terrorismo" del blog riportava: "Chi controlla il Golfo Persico, dove sarà estratto il 30% dell’intero fabbisogno mondiale, controlla l’energia e chi controlla l’energia controlla il pianeta. La richiesta crescente di energia (la sola Cina passerà dagli attuali 7 milioni di barili al giorno a 16, 5 milioni nel 2030) coinciderà con la concentrazione dell'estrazione di petrolio nel Golfo Persico." L'attacco all'Iran, per molti osservatori, può essere la premessa alla Terza Guerra Mondiale. La Cina, grazie a un accordo con Islamabad, è presente dal 2011 nella base militare pakistana di Gwadarche si aggiunge alle basi nell'Oceano Indiano in Bangladesh, Birmania e Sri Lanka. Gwadar permette alla Cina di presidiare le rotte del Golfo Persico percorse dalle sue petroliere. Sia la Cina che il Pakistan sono potenze nucleari. Attaccare l'Iran è come gettare un fiammifero in un pozzo di petrolio. Dio non gioca a dadi, ma Obama forse sì. Con la nostra pelle.
Paure, forse ne ho tante, talmente tante che ho smesso di ascoltarle.
Talmente tante da aver smesso di sentire.
E così mi trovo temerario, in un mondo dove rimane davvero poco da perdere, e anche quel poco viene strumentalizzato per creare un guinzaglio nelle proprie decisioni.
Qualcuno alle piazze un giorno urlò, di guardare le facce, guardare i volti della gente...smettiamola di guardare l'orologio al polsino o la scarpe ai piedi, riprendiamo a specchiarci negli occhi degli altri. Senza paura di poter incrociare il proprio riflesso.
Una piacevole blogger che seguo ha riportato questa iniziativa, come da doveroso senso civico, lascio un piccolo spazio a questa notizia, e dove l'informazione si ferma, che siano gli uomini a decretare il sapere.
Comunicazione importante
Ricevo e diffondo questa importante notizia che Eloisa del blog animalistaNatividad mi ha gentilmente comunicato in data odierna.
Come potrete leggere riguarda un'importantissima iniziativa di lotta contro l'orrore di "Green Hill" (di Montichiari - BS), struttura che alleva cani di razzaBeagle destinati ai laboratori di vivisezione (eufemisticamenti chiamati laboratori per la sperimentazione animale).
Doveroso specificare che la struttura tiene imprigionati dentro minuscole gabbie - illuminate dalla sola luce artificiale - fino a 2.500 cani, adulti e cuccioli: cani che nascono, vivono e moriranno senza mai avere il conforto di una carezza, la gioia di una corsa sul prato ed una vita degna di essere vissuta.
In questo stesso istante in cui io sono qui a scrivere, queste povere creature innocenti continuano a vivere in un inferno.
La lotta, volta a far chiudere il suddetto lager, si protrae già da diversi anni: il 25 settembre del 2010, qui a Roma, fu organizzata persino una manifestazione nazionale, cui partecipammo in molti (almeno 10/15.000 persone), ma di cui i media diedero scarse e frammentarie notizie.
Questa mattina alcuni attivisti sono saliti sul tetto della struttura di Montichiari, dando avvio ad un presidio di protesta che si protrarrà anche domani 15 ottobre - iniziativa fondamentale per continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica su quanto avviene all'interno di "Green Hill" e sull'orribile destino che attende i cani ivi allevati e per giungere a far chiudere, una volta per tutte, questo lager.
La lodevole e coraggiosa iniziativa sta però purtroppo subendo un'ignobile manovra di oscuramento; alcuni giornalisti, accorsi sul luogo, sono stati allontanati, sembra addirittura dalla Digos, ed il sito ufficiale "Fermare Green Hill" non risulta più accessibile da alcune ore.
Per questo ritengo fondamentale diffondere il comunicato di questa importante iniziativa, e prego ogni mio lettore di fare altrettanto attraverso tutti i canali disponibili (FB, blog, email, sms ecc.).
Silvio Berlusconi ha spesso sostenuto che, grazie alla personale autorevolezza riconosciutagli dagli altri capi di governo, l’Italia ha acquisito un peso maggiore, a volte determinante, nelle decisioni europee e internazionali.
In questi giorni, ciò rischia di essere vero. Ma è una verità amara. Nelle riunioni dell’Unione europea e del G20 che cercano di arginare la crisi dell’eurozona e di invertire le aspettative, l’Italia avrà il ruolo cruciale. Cruciale come fonte di problemi, purtroppo; non certo come influenza sulle decisioni da prendere, tanto più che siamo già oggetto di «protettorato » (tedesco-francese e della Banca centrale europea).
È ormai convinzione comune — in Europa, in America e in Asia — che non sarà la Grecia a far saltare l’eurozona, con le possibili conseguenze: disintegrazione dell’Unione europea, crisi finanziaria globale, grave depressione, crisi sociale drammatica. Potrebbero esserlo, per la loro dimensione, la Spagna o a maggior ragione l’Italia. La Spagna è più avanti nel processo di ripartenza politica ed economica volto a padroneggiare la crisi. L’Italia è più indietro. Lo mostrano anche i tassi di interesse sul debito pubblico: più alti per l’Italia che per la Spagna. (E ora, più alti per l’Italia che per la Polonia, benché questa, non facendo ancora parte dell’euro, presenti un esplicito rischio di cambio).
L’Italia è più indietro perché non c’è stato neppure il minimo riconoscimento di responsabilità da parte del governo. In Spagna, invece, il governo ha addirittura lasciato il campo e indetto nuove elezioni e, intanto, ha chiesto e ottenuto una collaborazione con l’opposizione per alcune misure essenziali. In Italia il governo e la maggioranza, pur avendo mancato di visione strategica sulla politica economica e avere indulto a lungo a un ottimismo illusionistico, preferiscono scaricare su altri le responsabilità. L’opposizione avrebbe «impedito al governo di lavorare» (accusa che peraltro accredita le opposizioni di un’identità politica e di un’efficacia di cui si stenta a vedere traccia). I magistrati avrebbero «costretto» il capo del governo a occuparsi soprattutto di loro, piuttosto che dell’economia o dei giovani senza futuro. La «sinistra », così evanescente come forza di opposizione, eserciterebbe però un’influenza assoluta sui corrispondenti a Roma della stampa estera; sarebbe per questo, solo per questo, che vengono scritti nel mondo tanti commenti critici sul presidente del Consiglio e sul governo.
Devo riconoscere che, spesso richiesto all’estero di giudizi sul presidente Berlusconi e sul suo governo, non ho mai assecondato le colorite espressioni usate dai miei interlocutori nel formulare la domanda e ho sempre sottolineato che, se c’è un «problema Berlusconi», deve essere un problema di noi italiani, che l’abbiamo democraticamente eletto tre volte. La prima volta, posso aggiungere, nella speranza di molti che emergesse anche in Italia una forza liberale.
Oggi, mi pare però importante che il presidente del Consiglio — al quale forse fanno velo un’ovattata percezione della realtà e una cerchia di fedelissime e fedelissimi che, a giudicare dalle apparizioni televisive, toccano livelli inauditi di servilismo — si renda personalmente conto di alcune sgradevoli realtà. In Europa e negli Stati Uniti (mi sembra anche in Asia, dove però non ho fonti dirette altrettanto esaurienti):
1) pur riconoscendo all’economia italiana punti di forza e un notevole potenziale, si nutre grande preoccupazione per un’Italia che, in mancanza di crescita economica e di riforme vere nel settore pubblico e nei mercati, potrebbe essere vittima (non innocente) di forti attacchi nei mercati finanziari;
2) si identifica proprio nell’Italia il possibile fattore scatenante di una crisi nell’eurozona di dimensioni non ancora sperimentate e forse non fronteggiabili. Il mondo, non solo l’Europa, potrebbe subirne gravi conseguenze;
3) le principali responsabilità di questa situazione vengono attribuite al governo italiano in carica da tre anni e mezzo;
4) la permanenza in carica dell’attuale presidente del Consiglio viene vista da molti come una circostanza ormai incompatibile con un’attività di governo adeguata, per intensità e credibilità, a sventare il rischio di crisi finanziaria e a creare una prospettiva di crescita;
5) queste valutazioni, comprese quelle riportate ai punti 3 e 4, vengono formulate anche —e con particolare disappunto e imbarazzo—da personalità politiche europee, inclusi alcuni capi di governo, appartenenti alla stessa famiglia politica (il Partito popolare europeo) del presidente Berlusconi e del suo partito.
A questo quadro di preoccupazione internazionale sull’Italia e di sfiducia nel governo in carica fa riscontro la recente riconfermata fiducia da parte del Parlamento. Solo quest’ultima, ovviamente, è rilevante per la legittimità del governo. Ma in un’Europa e in un mondo sempre più interdipendenti, sarebbe opportuno che quanti hanno dato il loro sostegno al governo Berlusconi (e riesce davvero difficile immaginarne uno diverso, nel quadro attuale) prendessero maggiore consapevolezza della realtà internazionale che rischia di travolgerci, di trasformare l’Italia da Stato fondatore in Stato affondatore dell’Unione europea, di rendere ancora più precario il futuro e la stessa dignità dei giovani italiani. Hanno salvato il presidente del Consiglio. In cambio, lo incalzino perché risparmi all’Italia, se non il ludibrio, almeno il biasimo per aver causato un disastro. Mario Monti
Il tempo ci aiuta con il suo scorrere a comprendere quelle sfumature che nell'immediato spesso ci sfuggono.
Uno stoppino di candela, che la nostra vita, consuma, inesorabilmente.
Quello che ancora ho da elaborare è se il tempo speso, il fumo che si propaga dopo il nostro divenuto, è in verità il miglior prodotto dell'esistenza, oppure
semplicemente qualche cosa è stato in un mai più vivibile.