venerdì 6 gennaio 2012

Iran: Pronti ad agire se gli Usa torneranno nel Golfo Persico

  Trafiletto giornalistico....roba di poco  conto ...

02.01.2012

Teheran - L’Iran ha annunciato oggi di aver testato con successo il lancio di un missile a lunga gittata nel corso delle esercitazioni navali in corso nel Golfo. Lo scrive l’agenzia ufficiale Irna. «Abbiamo testato un missile a lunga gittata costa-mare denominato Qader (Capace), che è riuscito a distruggere bersagli predeterminati nel Golfo», ha scritto l’agenzia citando il vice comandante della Marina Mahmoud Mousavi. In precedenza, parlando alla tv di Stato, lo stesso Mousavi aveva annunciato il lancio di due diversi tipi di missili a lungo raggio nel corso delle odierne esercitazioni.
L’Iran sta conducendo un’esercitazione marittima di 10 giorni, mentre crescono le tensioni con le potenze occidentali sul suo programma nucleare. Mousavi ha detto che ieri il lancio di un missile terra-aria a media gittata è riuscito.
La settimana scorsa Teheran ha minacciato di interrompere il trasporto di petrolio lungo lo Stretto di Hormuz se contro la Repubblica islamica dovesse scattare un embargo a causa delle sue attività nucleari. L’Unione europea ha reso noto che sta valutando l’opportunità di un divieto di importazione del greggio iraniano, già in vigore negli Usa. La quinta flotta Usa ha informato che non consentirà alcuna interruzione del traffico lungo una rotta petrolifera vitale. L’Occidente accusa l’Iran di voler costruire armi atomiche, mentre Teheran afferma di voler produrre soltanto energia elettrica.



03.01.2012
Teheran - Il capo di stato maggiore dell’Iran ha detto oggi che la Repubblica islamica passerà all’azione, nel caso in cui la portaerei statunitense Usa che ha recentemente lasciato la zona dovesse tornare nel Golfo.
Il generale Ataollah Salehi, citato dall’agenzia Fars, ha detto «ho consigliato, raccomandato e avvertito loro (gli americani, n.d.r) sul ritorno della loro portaerei nel Golfo persico, perché non abbiamo l’abitudine di avvertire più di una volta». Il 29 dicembre l’Iran aveva reso noto che una portaerei americana era stata identificata nella zona delle manovre militari navali iraniane nei pressi dello stretto di Hormuz dove da oltre dieci giorni sono in corso le esercitazioni navali.
La portavoce della 5/a flotta Usa (di stanza in Bahrein), Rebecca Rebarich, aveva spiegato lo stesso giorno che la portaerei Uss John C. Stennis e l’incrociatore lanciamissili Uss Mobile Bay «hanno compiuto un passaggio di routine programmato attraverso lo stretto di Hormuz». Le due navi americane avevano fatto una sosta nel porto di Jebel Ali, negli Emirati arabi uniti, prima di attraversare lo stretto di Hormuz verso il mar d’Arabia, dove dovevano apportare uno sostegno aereo alle forze della Nato in Afghanistan.

 - Il programma missilistico dell’Iran continua a fare grandi passi avanti e i test condotti tra domenica e oggi ampliano il già ben nutrito arsenale sotto il controllo dei Guardiani della rivoluzione iraniani, che va dai missili di artiglieria, con pochi chilometri di gittata, a quelli balistici che possono colpire a 2.500-3000 km. I missili da crociera testati oggi, il superficie-mare Ghander (o Qadar) e il superficie-superficie Nour, hanno entrambi un raggio di circa 200 km, con «aumentate capacità di sfuggire ai radar e ai disturbi elettronici». Sono quindi a lungo raggio, rispetto al francese Exocet (40 km), all’israeliano Gabriel (36 km) e all’americano Harpoon (80 km), ma ancora inferiori al Granit russo (700 km).
Domenica scorsa la Marina iraniana aveva invece testato un nuovo missile superficie-aria, il Mehrab, contro gli attacchi aerei. Questi tre missili vanno ad aggiungersi a un’altra decina di modelli posseduti dall’Iran, con portate dai 130 km ai 2.500 km, il più noto dei quali è lo Shahab-1, derivato dallo Scud B sovietico e operativo dal 1995.
Ma è il suo `fratello maggiore´, lo Shahab-3, missile balistico a medio raggio, capace di trasportare testate chimiche e nucleari e in grado di colpire Israele e tutti i Paesi del Medio Oriente, a raccogliere le maggiori preoccupazioni occidentali, soprattutto dopo l’annuncio di ieri della prima barra di uranio iraniana `fatta in casa´. Gli iraniani hanno cominciato a sviluppare missili ai tempi dello Scià, negli anni Settanta, ma è stato alla fine della guerra contro l’Iraq nel 1988 che, con l’aiuto dei tecnici cinesi, hanno realizzato i primi Oghab e Shahin-II, ai quali sono poi seguiti i Fajr, Nazeat e Zelzal, sempre a corto raggio.
Con i sovietici prima e con i nordcoreani poi, hanno invece realizzato versioni `locali´ degli Scud B (circa 300 km di portata) e Scud C (500-700 km), a combustibile liquido, gli Shahab 1 e 2, per arrivare poi allo Shahab 3, il primo vero missile balistico iraniano (derivato dai nordcoreani Nodong-A e B), con un raggio stimato di 1.000 km circa, che arriva a 2.000 km nei modelli successivi. È a singolo stadio e capace di portare testate convenzionali, chimiche e nucleari. Operativi dal 2002-2003, l’Iran dovrebbe avere in arsenale - a seconda delle fonti - da più di una decina a circa 300 Shahab 3 suddivisi, secondo `Janés´, in sei brigate missilistiche. Non è noto il loro stato di efficienza. Sono invece controverse e forse infondate le voci sull’esistenza degli Shahab 4, 5 e 6, la cui gittata potrebbe arrivare, con il 6, fino a 10.000 km.
L’Iran ha anche altri tre tipi di missili balistici medi, della serie Ghadr-110: Samen, Sajil e Ashura, a combustibile solido e con gittata stimata dai 1.000 km del Samen (che dal 2008 avrebbe rimpiazzato i vecchi Scud B e C), ai 2.500 del Sejil fino ai 3.000 km dell’Ashura, testati nel 2010. C’è infine anche il Safir-2, le cui caratteristiche sono simili al Sajil 2 a due stadi, impiegato per portare in orbita nel 2009 il primo satellite iraniano, Omid (speranza), poi distrutto.

.....Fonte trafiletti giornalistici del secolo XIX....

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