venerdì 19 giugno 2009

Isidore Ducasse conte di Lautremount, introduzione


I gemiti poetici di questo secolo non sono altro che sofismi.
I principî primi devono rimanere fuori discussione.
Accetto Euripide e Sofocle; ma non accetto Eschilo.
Non date prova di mancanza delle convenienze più elementari e di cattivo gusto nei
confronti del creatore.
Respingete l'incredulità: mi farete piacere.
Non esistono due generi di poesie; ce n'è uno solo.
Esiste una convenzione poco tacita tra l'autore e il lettore, in virtù della quale il primo si
attribuisce il ruolo di malato, e accetta il secondo come infermiere. Il poeta, consolatore
dell'umanità! I ruoli sono arbitrariamente invertiti.
Non voglio essere infamato con la qualifica di vanitoso.
Non lascerò Memorie.
La poesia non è la tempesta, e neppure il ciclone. È un fiume maestoso e fertile.
.... a leggerlo così Isidore Ducasse pare una persona a modo.

Nessun commento:

Posta un commento

Se avessi qualche cosa da dire...quì puoi farlo.