Siamo così vulnerabili alle emozioni.
Basta così poco per far virare di tono i colori.
Siamo così persi nelle nostre menti da non vedere quello che ci accade attorno.
Proiettati nel vedere quello che "l'ignorato altro" possa scorgere in noi.
Perdendo il gusto, proprio, di quel gustoso boccone, lasciato per ultimo nel piatto.
Pause di riflessione che divengono esercizi quotidiani,
introspettivi, viaggi in noi stessi
ogni volta con la soffocante sensazione d'esser miseri.
Eppure proprio non riesco a comprendere come sia possibile che tutti riescano a dare il proprio lato migliore nelle foto.
Sarà,
Ma le foto di cui ho maggior ricordo, sono proprio quelle in cui nessuno sorrideva.
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