Con il passare degli anni il lavoro assume sempre valori differenti.
Quando si è fanciulli il lavoro rappresenta la prigione dei grandi. Quel luogo irraggiungibile fatto di serietà che non si comprende.
Con l'adolescenza il lavoro diviene il simbolo della fuga e dell'indipendenza. Nulla spaventa il giovane. Non ha importanza il tempo, l'istruzione o altro. Si comprende il denaro, ma ancora non si ha idea del valore.
Con la maturità, il lavoro diventa necessario. Un vincolo dal quale si è indissolubilmente legati. Una condanna alla quale si sorride per permettersi un ruolo in questo mondo disordinato.
In età avanzata ...almeno da noi...la pensione
il terzo rito di passaggio.
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