A chi non è balzata nella testa l'idea di scrivere di se stessi.
Magari creando stravaganti allegorie del proprio vissuto.
Ma in quanti si impegnano veramente a vivere la vita. E' estenuante essere sempre così presenti a se stessi.
Come se avesse qualche importanza,
Non siamo forse tutti clandestini sul treno della vita? In attesa che il controllore ci faccia scendere al nostro destino?.
Possiamo truccare le carte quanto vogliamo, ma quello che conta è davvero invisibile agli occhi.
Supplichiamo la stabilità, quando è proprio il brivido dell'attimo a farci vibrare dentro.
Matematici ragni, ci illudiamo di tessere tele di ragno per le opportunità, quando basterebbe lasciarsi vivere, portare dalle emozioni.
Sono così stanco delle frasi castranti del prossimo. Di quel mezzo dire, per paura della delusione.
Ma diamine, che sarà mai illudersi, esser sconfitti da se stessi?! Quale gigante EGO abbiamo edificato attorno a noi, per non poter scommettere a voce altra sul proprio insuccesso, e poi ridere con la sorte beffarda di quello sarebbe potuto essere.
Siamo merce con la data di scadenza ben stampigliata addosso, eppure viviamo nell'idea dell'eternità.
Quando è così bello, poter spaziare con la fantasia.
Abbiamo tutti menti così evolute da esser incapaci di fantasticare? Perché abbiamo dimenticato l'immenso potere della NOIA.
Quanta verità esisteva nella frase...."una ne pensa e cento ne fa".
Così la NOIA è il motore creatore del bambino, ove la meraviglia è nel vedere un mondo nuovo ove tutto è possibile, e poco importa se sia reale o meno.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Questa soma, che vien drieto sopra l'asino, è Sileno: così vecchio, è ebbro e lieto, già di carne e d'anni pieno; se non può star ritto, almeno ride e gode tuttavia.