martedì 11 luglio 2017

Fiori nella tempesta...

Per quanto tutto mi appaia spesso fuori posto, disordinato, assente alle nostre aspettative,
mi piace pensare che, tutto lo sia,  in quanto sfuggente alla banale logica del mio limitato comprendere.
Considerando la caducità dell'essere umano, in tutte le sue fragilità.
Il cui elaborato involvere, lo sta inesorabilmente allontanando dai ritmi dell'esistenza stessa, catapultandolo in un vuoto oblio fatto di materia, apparenza e ordinati doveri.
Castrando sempre di più, la natura stessa la cui massima espressione si materializza nello spirito e nell'immaginifico.
Intolleranti alla noia, ci troviamo magnetizzati su schermi di plastica e elettroni luminosi, ipnotizzati da un'esistenza che non ci appartiene.
Ignoriamo gli istinti, le sensazioni, il percepito.
Ove un movimento un espressione nello sguardo, comunica più di fiumi di parole.
Una volta si accusava l'ignoranza dei non letterati, ove questi mancavano nel comprendere lo spirito alto trascritto nei versi di illuminate genti.
 Oggi correttori automatici sopperiscono con algoritmi alle nostre incapacità, ma nulla possono per compensare la perdita degli istinti, le sensazioni, la passione umana, l'abbandono e la ricerca del Se più profondo.
Cerchiamo il divenire fuori da noi stessi, dimenticando gli antichi doveri dell'uomo verso l'uomo.
Ci pavoneggiamo da padroni del mondo, quando in realtà, siamo solo esseri viventi, sempre più lontani dalla loro stessa natura.
E come tali, sempre più distanti dalla comprensione.
Senza comprensione non possiamo tollerare, ma solo esercitare la pazienza e con essa la frustrazione.
Quando basterebbe ascoltare la voce dentro di noi, e avere fiducia in miliardi di anni di cambiamenti e successi, nella storia di tutto ciò che è stato prima, il quale ha fatto si che noi siamo oggi quello che siamo.
Glorioso esempio di un Chaos che non possiamo comprendere.

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